Scudo fiscale: il governo si vanta ma si accontenta delle briciole di 95 miliardi.
Tremonti esulta per i dati del rientro dei capitali dall’estero, ma le somme a cui lo Stato rinuncia per sempre superano i 40 miliardi. Fassina denuncia: ”Siamo gli unici a garantire l’anonimato a evasori e mafiosi”. Lo scudo fiscale ha permesso il rimpatrio di 95 miliardi di euro, comunica trionfalmente il ministero dell’Economia a fine 2009. “Ma è un successo solo per i criminali e gli evasori fiscali con capitali illegalmente portati all’estero” risponde Stefano Fassina, della segreteria del Partito Democratico, responsabile Economia e Lavoro.
Contraddicendosi lo staff di Tremonti annuncia che “il tempo dei paradisi fiscali è finito per sempre. Portare o tenere i soldi nei paradisi fiscali non conviene più, né economicamente né fiscalmente” e poi ricorda che “Il termine di riapertura delle operazioni di rimpatrio con maggiorazioni di aliquota ad aprile 2010”.
Ma c’è un calcolo che il comunicato del governo non riporta: quanto incassato dallo Stato. Su 95 miliardi di capitali applicando un’aliquota al 5% il gettito è di 4 miliardi e 750 milioni di euro, ovvero lo 0,5% della spesa pubblica corrente annuale e in cambio gli evasori diventano intoccabili!
Fassina denuncia come “il governo dimentica che siamo stati l’unico Paese al mondo a garantire l’anonimato ai condonati, a sospendere l’obbligo di segnalazione anti-riciclaggio per gli intermediari finanziari, a estendere il perimetro dei reati cancellati fino al falso in bilancio, ad applicare un’aliquota di regolarizzazione del 5%, ossia un decimo di quanto applicato negli altri Paesi”. Un decimo, 5% invece che 50%, vuol dire che il governo Berlusconi con lo scudo ha rinunciato a recuperare ben 45 miliardi dalla lotta all’evasione. Lotta che in assenza di scudo secondo le previsioni avrebbe portato a recuperare 10 miliardi di euro. Appena il doppio…
La strenna ai grandi evasori e alla criminalità organizzata è stata preferita a una seria lotta anti-evasione e Fassina prevede che “la proroga del condono a fine aprile incentiva ulteriore evasione, se ne infischia dell’equità e danneggia le prospettive di finanzia pubblica. Per stare a testa alta nella competizione internazionale, l’Italia avrebbe bisogno di riforme, di legalità, di civismo. Al contrario, le scelte della destra puntano a far sopravvivere l‘Italietta’ senza futuro”.
I regali alla criminalità organizzata. Un titolo forte? Eppure solo in Italia con lo scudo ci sono garanzie come l’anonimato, la sospensione dell’obbligo di segnalazione ai fini dell’antiriciclaggio. La prospettiva è quella di capitali della criminalità organizzata che rientreranno in Italia, magari per ricomprarsi all’asta i beni confiscati, grazie alla norma ad hoc inserita nella Finanziaria approvata alla Camera con il ventisettesimo voto di fiducia.
Il senatore del Pd Giuseppe Lumia durante la presentazione dell’emendamento del Pd per impedire la vendita dei beni confiscati lo aveva detto: “Le pezze che sono state messe alla Camera dei deputati non sono sufficienti. È stata infatti prevista una sorta di diritto di prelazione per i comuni, ma sapete benissimo che i comuni non hanno le risorse per poter comprare i beni immobili delle organizzazioni mafiose, le quali invece, grazie allo scudo fiscale, dispongono di quella liquidità necessaria per tornare in possesso dei beni loro sequestrati e confiscati”.
Eppure il governo tiene sugli scudi i grandi successi nella lotta alla mafia, ma ha boicottato la proposta del PD , voluta dalla Commissione antimafia e dalla parte più moderna e attrezzata della società, di impedire la vendita dei beni e di creare un’agenzia per la gestione dei beni confiscati alla mafia.
www.partitodemocratico.it