E’ davvero in atto un tentativo di spaccare il Pd come ha sostenuto Massimo D’Alema in un’intervista su questo giornale? «Forse a qualcuno potrà anche essere venuta questa idea, ma sta al Pd lavorare per costruire la sua unità». Marina Sereni, vicepresidentem del Pd, convinta sostenitrice di Dario Franceschini durante il congresso, l’ha letta molto attentamente quell’intervista all’ex premier. E non tutti i passaggi l’hanno convinta.
Qualcuno,mezzi di comunicazione inclusi, lavora per spaccare il suo partito?
«L’unità del Pd è un obiettivo da raggiungere costantemente. Siamo un partito plurale e da questo pluralismo deve scaturire un’unità di azione, ma perché questo sia possibile c’è bisogno di un dibattito aperto, franco, a partire dalle riforme fondamentali».
Da dove si dovrebbe partire?
«Sicuramente dobbiamo continuare a ritenere prioritario intervenire sulle questioni economico-sociali, quelle che riguardano direttamente la vita dei cittadini. Non possiamo cadere in una sorta di ipnosi secondo cui le urgenze di questo Paese sono le riforme istituzionali e invece la crisi economica e sociale si risolve da sé. Questa tesi può far comodoal governo, per nascondere l’inerzia e l’incapacità di questo centrodestra di individuare gli interventi che servirebbero al Paese per uscire da questa recessione. Perché non affrontare da subito
la riforma degli ammortizzatori sociali e la modernizzazione della pubblica amministrazione?».
Sbaglio o sta prendendo le distanze da quanto ha detto D’Alema Secondo l’ex premier si dovrebbe affrontare per esempio la riforma della legge elettorale, trovare una soluzione sulla
giustizia…
«Dico che da molti mesi l’opposizione, e il Pd più di altri, sta sollevando l’esigenza di un confronto parlamentare vero sui temi economici e sociali e questo confronto ancora non c’è stato. La legge Finanziaria appena approvata è stata l’ennesima occasione mancata. Credo che la propria unità il Pd già su questo fronte possa trovarla senza esitazione: dobbiamo
pretendere che siano questi i temi al centro del dibattito politico e non soltanto la giustizia o la legge elettorale ».
D’Alema dice “forse qualcuno pensa che si debba scardinare la maggioranza” che ha vinto il congresso isolando lui e condizionando Bersani.
«Non so a chi si riferisca. Bersani ha vinto un congresso con una piattaforma politica, è evidente che è un suo diritto guidare il partito su quella piattaforma, sapendo però che c’è
una parte consistente del Pd che ha idee diverse. Sono sicura che Bersani sia consapevole della sua responsabilità: trovare una sintesi su posizioni di partenza che possono essere
distinte. Quando non è possibile trovare la sintesi si trova una soluzione negli organismi preposti, arrivando anche ad una votazione. Questi sono i contorni in cui ci si muove, nessuno
pensa di scardinare i risultati del congresso».
Torniamo alle riforme, legge elettorale, quale?
«Questo è uno dei punti dove ci sono le maggiori differenze. Mentre penso che nel Pd non ci siano posizioni molto distanti sulle riforme economico- sociali, su quelle istituzionali c’è parecchio lavoro da fare. Non sonod’accordo, tanto per fare un esempio, con una riforma elettorale alla tedesca, di tipo proporzionale, perché penso che possa far fare passi indietro
al bipolarismo italiano, che non è perfetto sia chiaro,ma ha bisogno di essere consolidato. Non credo che una legge elettorale che consente agli italiani di far votare solo per il partito, come dice D’Alema, faccia bene al sistema politico. Gli italiani hanno diritto di scegliersi il parlamentare e una coalizione di governo. Si dovrebbe ripartire da una legge molto simile al Mattarellum perché i governi non si fanno dopo le elezioni, le coalizioni si decidono prima».
È solo dibattito interno dovuto al pluralismo o la tendenza di “autodemolizione” della vostra stessa classe dirigente è dura a morire?
«Diciamo che questa tendenza c’è sempre stata, è uno dei motivi per cui in questi anni il centrosinistra è stato indebolito. Se penso all’Ulivo e al Pd non posso nascondere che troppo
spesso e con troppa veemenza si è sparato sul conducente. È sempre stato il fuoco amico quello più insidioso».
Anche verso l’attuale conducente è scattata l’antica nevrosi?
«Sono stata due giorni a Cortona perché come sostenitori di Franceschini abbiamo intenzione di costruire Area democratica, che non farà tessere, e si prefigge di dare un contributo politico-culturale al Pd. Non mi è sembrato che si siano espressi giudizi liquidatori nei confronti del segretario».
L’unità 27.12.09
Pubblicato il 27 Dicembre 2009
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