“Sistema paese: quattro ponti per le riforme”, di Michele Ainis
Una statuetta del duomo di Milano ha schiuso i battenti alle riforme, anche se avremmo preferito uno strumento meno contundente. Però il suo effetto è stato pari a un sedativo per i bollenti spiriti che fin qui impedivano qualunque trattativa. Da un giorno all’altro destra e sinistra parlano all’unisono: la Costituzione si può modificare. In quali norme, con quali presupposti? Si vedrà, non è un problema. Per il momento la discussione gira attorno al metodo, alla modalità più rapida e sicura; e anzi i più sostengono che una procedura vale l’altra, tanto ciò che conta è l’intenzione. Errore: in queste faccende il successo dipende dal percorso sul quale s’incamminano i viandanti. Ecco allora una mappa, o meglio un vademecum, con il profilo delle diverse soluzioni. A occhio e croce sono quattro, come gli elementi del nostro pianeta. Assemblea costituente. È l’indicazione più alla moda: la propongono Cossiga, Frattini, Buttiglione, un drappello di ex socialisti fra i quali spiccano Martelli e Formica, nonché vari altri esponenti della prima e della seconda Repubblica. Non che l’idea sia …