Dal 1° settembre 2010 partirà il primo anno dei nuovi licei. In primavera, dovrebbe, invece, essere pronta l’anagrafe edilizia completa di tutte le scuole (la si aspetta da almeno 10 anni), mentre i presidi, in queste ore, stanno ricevendo le istruzioni su come spendere (i pochi) soldi in arrivo per il nuovo anno: le ditte esterne di pulizia andranno pagate il 25% in meno, per supplenze e funzionamento bisognerà arrangiarsi con gli stessi fondi utilizzati nel 2009 e il miliardo di euro di arretrati, che gli istituti scolastici, ancora, vantano nei confronti dello Stato, andrà considerato “fuori bilancio”. E, cioè: che, al momento, non verrà restituito.
Si preannuncia un 2010 a “tinte fosche” per la scuola, che dovrà, pure, fare i conti con la seconda rata di tagli confermati dall’attuale Finanziaria: solo per il prossimo anno, Viale Trastevere dovrà contenere i propri costi di 1,6 miliardi di euro. Complessivamente, fino al 2012, l’istruzione è costretta a una cura dimagrante di 7,3 miliardi. Che significa, soprattutto: 131.900 posti di lavoro in meno. Proprio quando, invece, aumentano il numero di studenti per classi: già quest’anno, rispetto al precedente, ci sono stati 37.441 alunni in più e 3.826 classi in meno, per effetto della riorganizzazione dei plessi. E con il rapporto alunni/classi che è aumentato di 0,32 punti percentuali, passando da 20,78 dell’anno scolastico 2008-2009 all’attuale 21,10.
Una parte dei risparmi arriverà dalla riforma delle superiori, che, ottenuto il disco verde da Palazzo Spada, aspetta, ora, il via libera definitivo delle commissioni parlamentari (che dovrebbero pronunciarsi entro gennaio) e del Consiglio dei ministri. Altre spese sono state ridotte con l’accorpamento dei plessi e con le nuove regole sul tempo pieno alle elementari. C’è, poi, la clausola di salvaguardia, che per contenere i costi del personale (che rappresentano il 97% del bilancio totale di viale Trastevere), sta azzerando la programmazione didattica e amministrativa, mettendo, di fatto, in ginocchio le scuole, costrette a chiedere aiuto ai genitori, anche, per acquistare toner, stampanti, pagelle, carta igienica. Nel 2010, non è stata, ancora, emanata la direttiva annuale sull’azione amministrativa, ma è facile prevedere come molte caselle di programmi resteranno a mani vuote.
Bisognerà, invece, attendere, ancora, qualche altro anno, per vedere entrare in vigore il nuovo federalismo fiscale (si stanno scrivendo i decreti attuativi), mentre nel 2010 ci sarà un’accelerazione nella digitalizzazione degli istituti. Arriveranno, infatti, ha assicurato il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, altre 10mila lavagne multimediali. Per gli “e-books”, è pronto un investimento di 2 milioni di euro e, grazie, anche, a un incentivo governativo ad hoc (150 euro), entro fine legislatura tutti i ragazzi delle medie potranno adottare un mini pc portatile, da utilizzare per la didattica quotidiana in classe e a casa.
A ciò si aggiunga, anche, la stretta sulle visite fiscali (che scatterà a gennaio con l’innalzamento a 7 ore delle fascia di reperibilità) e la lotta all’assenteismo: in un anno, secondo la Funzione pubblica, le assenze dei professori si sono ridotte del 30%, con un risparmio per l’Erario di oltre 200 milioni, che vengono dalla minor spesa sostenuta per pagare le supplenze.
Ma il 2010 dovrà essere (soprattutto) l’anno dei primi premi in busta paga a professori e bidelli bravi. Anche in considerazione dei dati pubblicati nell’ultimo conto annuale della Ragioneria generale dello Stato, che confermano stipendi cenerentola per il comparto scuola. Il prossimo anno, infatti, entrerà a regime il re-investimento del 30% dei risparmi ottenuti da viale Trastevere. Il ministero dell’Economia sta, ancora, facendo i conti per calcolare l’ammontare esatto di queste risorse. Una cosa, però, sembra essere certa. Bisognerà davvero iniziare a premiare questi lavoratori. Dopo tanti “bastoni”, il 2010 deve iniziare a dare qualche “carota” a un sistema, sempre più sull’orlo della crisi.
da www.ilsole24ore.com
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