Con la Finanziaria il Governo taglia fondi e accessi ai finanziamenti per i servizi, per le imprese e l’agricoltura.
Un esempio: Sestola, Porretta Terme e Castelnovo ne’ Monti non sono più considerati comuni montani.
La scure del PdL e della Lega Nord si abbatte sulla montagna. La Finanziaria 2010 cancella 94 comuni montani dell’Emilia Romagna, riducendo il numero da 125 a 31. La riduzione dei costi della politica e della spesa pubblica non c’entra nulla: in Emilia-Romagna la Regione ha già dimezzato il numero delle Comunità Montane, con l’azzeramento dei costi degli amministratori. “Non ci sono più alibi – afferma il segretario regionale del PD Stefano Bonaccini – la volontà del centrodestra e della Lega Nord è quella di colpire la montagna, di risparmiare risorse a danno della parte del Paese che, con il 54% del territorio, è la più debole ed elettoralmente meno significativa”.
Non si spiega diversamente anche il trattamento riservato agli stessi Comuni montani che, dopo le decurtazioni degli anni scorsi, si trovano a subire altri tagli, senza il riconoscimento di alcuna forma di perequazione, pur sancita dalla Costituzione. “Come Partito Democratico – aggiunge Bonaccini – abbiamo lanciato una campagna di mobilitazione nei comuni della montagna. Durante le feste, con i nostri parlamentari, sindaci, consiglieri regionali incontreremo cittadini, imprenditori e agricoltori che subiranno le pesanti ripercussioni della Finanziaria voluta da PdL e Lega Nord”.
Molte direttive prevedono infatti norme di salvaguardia per i ‘Comuni Montani’ (ad esempio il dimensionamento scolastico, il mantenimento degli uffici postali, l’accesso a benefici per aziende agricole e ai fondi Comunitari …). Con il PdL e la Lega i Comuni “ex montani”potrebbero rischiare di perdere tutti questi benefici, pur essendo evidentemente Comuni dell’Appennino. Il Governo Prodi aveva previsto più risorse per il Fondo nazionale della montagna (destinate agli investimenti), portando la disponibilità – nella Finanziario 2008 – a 50 milioni di euro per gli anni 2008, 2009 e 2010.
Il Governo Berlusconi deve ancora versare il 60% del Fondo 2004, l’intero importo del Fondo 2005, i 50 milioni di euro del Fondo 2008, l’intero importo del Fondo 2009 (decurtato da 50 a 39 milioni) e ha azzerato il fondo 2010. Le risorse del Fondo nazionale della montagna sono utilizzate dai Comuni per investimenti in opere pubbliche e infrastrutture. Come se non bastasse, il Governo tiene bloccati i fondi FAS (Fondi Aree Sottoutilizzate dell’Unione Europea) che servirebbero a finanziare investimenti e opere pubbliche utili al sistema produttivo locale.
Diversamente dal Governo, la Regione Emilia-Romagna ha sempre finanziato ogni anno, il proprio Fondo regionale della Montagna.
Paradossalmente comuni che hanno più della metà del loro territorio oltre i 600 metri non saranno più considerati ‘montagna’, tra questi: Sestola (Modena), Cerignale (Piacenza), Albareto (Parma), Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia), Porretta Terme (Bologna), Bagno di Romagna (Forlì Cesena).Come se un improvviso sconvolgimento tettonico avesse livellato l’Appennino. Gli effetti della Finanziaria comporteranno per questi comuni una riduzione di risorse per le amministrazioni, per le imprese e le attività turistiche della montagna. C’è un forte rischio di tagli ai servizi pubblici per i residenti; scomparsa delle agevolazioni e si ridurranno le opportunità di accesso ai fondi europei, in particolare per l’agricoltura.
Il Partito Democratico propone invece un nuovo sistema di governo del territorio e il sostegno alle gestioni associate di servizi e funzioni nei Comuni montani. “Vogliamo difendere – conclude il segretario regionale – i servizi e della capacità di investimento dei piccoli Comuni, attraverso il Fondo della montagna e adeguate forme di perequazione; serve una nuova strategia di utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili e valorizzi le risorse della montagna; è fondamentale sostenere l’agricoltura di montagna e valorizzare le produzioni tipiche. Il Partito Democratico dell’Emilia Romagna sostiene la montagna e il valore che essa ha per la nostra Regione”.