Stretta sui bilanci delle scuole. I presidi nei prossimi giorni riceveranno una circolare che dirà loro, istituto per istituto, quale cifra potranno spendere per il 2010. Una somma che non avrà “etichettature”, non avrà destinazioni preventive, e che, dunque, potrà essere gestita in libertà. Ma ai dirigenti verrà anche detto che dovranno spendere bene quei soldi perché non potranno «iscrivere ulteriori importi» a carico del ministero, fatte salve eccezioni che andranno opportunamente documentate. Insomma è giro di vite sui bilanci: le somme saranno gestite con più autonomia, ma i presidi dovranno mettere in campo tutta la loro capacità manageriale per non sforare. Il Miur terrà sotto controllo i dati che dovranno essere tutti trasferiti a viale Trastevere per via telematica. La nota già mette in allarme i dirigenti che dicono: «Il fatto di conoscere in anticipo (è la prima volta che accade, ndr) quanti soldi potremo spendere è positivo, il problema è che abbiamo saputo che le cifre che avremo sono in linea con lo scorso anno, dunque non saranno sufficienti». I dirigenti ci stanno a essere sempre più manager, ma chiedono certezze sui fondi: se le risorse restano scarse si ripeteranno le difficoltà di sempre e bisognerà chiedere alle famiglie. Il Miur intanto mette le mani avanti e dice ai presidi che non dovranno battere cassa. E se proprio dovessero servire soldi in più per le supplenze brevi, i dirigenti dovranno dimostrare di non aver avuto altra scelta, di essere stati costretti a chiamare il sostituto.
Il Miur chiede infatti, per questi casi, una “verifica dell’effettiva inderogabilità”. «Vale a dire- spiega Paolo Mazzoli, dirigente del 115° Circolo di Roma e presidente dell’Asal, l’Associazione scuole autonome Lazio – che dovremo prima sfruttare tutti gli elementi interni di flessibilità, come le ore di compresenza che non ci sono più alle elementari». La nota preme molto sulle supplenze, che ogni anno sono una delle spese più esose nelle scuole: i soldi non bastano mai. «La circolare fa capire – continua il preside romano – che i soldi per il contratto integrativo che di solito usiamo per pagare i docenti per fare attività aggiuntive vanno spesi soprattutto per ore in più di insegnamento, recupero e potenziamento. Dunque anche per le supplenze». Altra nota dolente: lo Stato deve alle scuole 1 miliardo di euro. A tanto ammontano i residui attivi degli istituti: i presidi dal 2002 hanno anticipato i soldi per i commissari della maturità e per le sostituzioni. Ma queste somme non le rivedranno presto: nella circolare si dice di inserirle nell’aggregato Z. Praticamente sono fuori bilancio. C’è chi teme che non verranno mai restituite. Stretta anche sui costi delle pulizie: il ministero chiede ai presidi di pagare le ditte esterne il 25% in meno. Per legge si può variare del 20% il contratto, il Miur chiede di fare un passo in più premendo sul fatto che se la ditta non cede c’è la possibilità di scindere il contratto. «Il rischio è che non ci sia più la stessa qualità per tutti». La Cgil, invece, lancia l’allarme fondi di funzionamento (quelli per toner, stampanti, pagelle, carta igienica): «In Finanziaria non c’è un euro, nei bilanci non se ne parla esplicitamente come avveniva in passato. Il rischio è che aumenti la richiesta di fondi alle famiglie da parte delle scuole che non ce la fanno. Così si rischia di violare la Costituzione che prevede la gratuità della scuola».
Il Messaggero 20.12.09
Pubblicato il 20 Dicembre 2009