Il sindaco di Torino e presidente dell’Anci Sergio Chiamparino, dopo aver interrotto i rapporti con il governo, lancia il suo j’accuse: «Le risorse dei Comuni sono ridotte all’osso. Via la mannaia dei tagli nella manovra». Sergio Chiamparino è sindaco di Torino e presidente dell’Anci. Tre giorni fa l’associazione nazionale dei Comuni ha annunciato la rottura dei rapporti con il governo. «Il vero grasso da tagliare è nelle amministrazioni pubbliche centrali. I Comuni sono già all’osso».
Perchè avete interrotto il confronto con l’esecutivo?
Il piatto della bilancia pende disperatamente dal lato dei soldi che non ci sono. Da due anni aspettavamo un miliardo e trecento milioni, ce ne hanno dati novecento. Avevamo chiesto una parziale modifica per poter restituire un pò di fiato a quelle amministrazioni che faticano a pagare le imprese che hanno fatto i lavori nelle città. Ma nemmeno qui, nei decreti attuativi dell’annunciato federalismo, c’è nulla. E non è finita qui.
Cos’altro?
Ci hanno tagliato ulteriori duecento milioni di euro. E poi non capisco perchè, per esempio, il Comune di Torino non può avere il direttore generale ma la Provincia sì, pur gestendo un budget cinque volte inferiore.
Ma il governo non voleva eliminarle, le Province?
Altro che. Pare che ora vogliano anche potenziarle…e vogliamo parlare dei direttori generali dei ministeri che nessuno tocca? E’ possibile che se c’è da risparmiare ci sono solo i Comuni a cui chiedere sacrifici? Mica siamo gli sperperatori d’Italia! A questo punto è naturale che questo modus operandi abbia fatto scattare la molla del risentimento, e magari anche dell’orgoglio, dei Comuni.
E, intanto, si continua inesorabilmente a tagliare.
Ormai è da anni che ci riducono i finanziamenti. Facciamo sforzi fuori dall’ordinario, ma stiamo rischiando di arrivare davvero all’osso e che tra poco non ci sia più niente da spolpare. Peraltro, i primi settori su cui siamo costretti a ridurre le risorse sono le politiche sociali, quelle per i più deboli, le opere di manutenzione delle città. Territori che, così, sono condannati a degradare.
Cosa chiedete al governo per riprendere il confronto?
Il nostro obiettivo è ottenere delle aperture sul patto di stabilità. Chiediamo di spostare gli effetti dei tagli al 2011 e, intanto, di avviare nel 2010 un confronto sulle modalità dei tagli senza la mannaia dell’obbligo inserito in Finanziaria. Inoltre, chiediamo l’abolizione delle sanzioni per i Comuni che nel 2009 hanno sforato il patto perchè hanno utilizzato risorse per contrastare, localmente, gli effetti della crisi.
L’esecutivo dice di voler ridurre le tasse, ma poi riduce i trasferimenti. Costringendo ad un aumento della tassazione locale. E a pagare sono sempre i cittadini.
Purtroppo è da anni, anche in presenza di governi di centrosinistra, che prevale una logica secondo la quale quando c’è da tagliare si dice “da qui in giù paghino i Comuni”. Ma il vero grasso da tagliare è nelle amministrazioni pubbliche centrali.
Terranews 20.12.09