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Stretta sugli spot delle pay tv Pd: «Un regalo a Mediaset»

Paolo Gentiloni l’ha definito «un regalo di Natale del governo a Mediaset». Di certo è una norma che non farà contenta Sky, che sta trovando sempre più clienti da quando in Italia si va spegnendo il segnale analogico. Si parla della stretta che il governo sembra intenzionato a varare sugli spot delle pay tv. Il Consiglio dei Ministri ha approvato infatti lo schema di decreto legislativo di recepimento della nuova direttiva Ue in materia di tv e servizio audiovisivi. Uno dei punti chiave è proprio la «riduzione graduale dei tetti di affollamento orario per tutti i canali a pagamento, sia satellitari che terrestri, nel prossimo triennio (16% dal 2010, 14% dal 2011, e, a regime, 12% a decorrere dal 2012)». Il ministero ha sottolineato che «il provvedimento, che verrà inviato alle commissioni parlamentari per il parere di competenza, è pienamente conforme con la disciplina comunitaria». La riduzione degli affollamenti, sottolinea ancora il ministero, è «finalizzata a garantire il consumatore-utente della pay tv» ed è stata tra l’altro «chiesta dalla Fieg».

«Il “decreto Mediaset” approvato oggi dal Consiglio dei Ministri consente alle reti del premier di incrementare la loro quota pubblicitaria che già raggiunge il 64% della torta tv» ha dichiarato l’onorevole Paolo Gentiloni, responsabile comunicazioni del Partito Democratico. «I canali sulla piattaforma SKY subiranno invece una riduzione di un terzo della pubblicità in tre anni: il primo caso di rateizzazione del conflitto di interessi», ha spiegato Gentiloni. La decisione del Cdm, ha voluto però sottolineare il consigliere di amministrazione Mediaset, Gina Nieri «colpisce noi come Sky: non è che non risentiamo di questa misura perché siamo l’azienda del presidente del Consiglio». Il taglio riguarderebbe infatti anche le attività pay di Mediaset, «un elemento in crescita – ha aggiunto Nieri – e dunque, se le indiscrezioni saranno confermate, si tratta di una riduzione che certo non ci fa piacere. È troppo facile gridare, come al solito al conflitto di interessi. E Sky sappia che le regole valgono anche per loro».

Il decreto prevederebbe poi un «obbligo di investimento del 10% in favore delle opere europee realizzate da produttori indipendenti riferito a tutti gli introiti annui delle emittenti» e inoltre «viene mantenuto il principio della previsione di sottoquote in favore della cinematografia italiana». Il decreto introduce «nuove disposizioni in materia di inserimento di prodotti (il cosiddetto product placement), recependo fedelmente quanto stabilito dalla direttiva Ue e dunque ponendo il divieto di inserimento per taluni prodotti, quali il tabacco e i suoi derivati, e nei programmi per bambini. Attenzione, particolare, infine, per la tutela dei minori con «l’introduzione di una disciplina più rigida di quella vigente».
L’Unità 18.12.09

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