Il «delitto» si è consumato. La partita si è chiusa. La Finanziaria «blindata » ha azzerato la Cooperazione allo Sviluppo. «Il voto di fiducia sulla Finanziaria ha spazzato via le proposte di emendamenti presentate in favore della Cooperazione allo sviluppo e vara un’altra Finanziaria all’insegno del suo azzeramento, nonostante le mozioni di maggioranza ed opposizione accettate dal Governo due mesi fa alla Camera, dove quest’ultimo si impegnava a riallineare la Cooperazione italiana alla dimensione europea». A denunciarlo è Maria Egizia Petroccione, portavoce del Cini (Coordinamento Italiano NetworkInternazionali). «Sulla Legge 49/87 sono previsti solo 326 milioni di euro, in termini reali, è il valore più basso dopo il 1996».
TRACOLLO ASSOLUTO Le assicurazioni del ministro degli Esteri, Franco Frattini, le promesse magnificate dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si sono dissolte come neve al sole di fronte a «Mister Tagli», al secolo Giulio Tremonti, ministro dell’Economia. Siamo alla Caporetto della Cooperazione. Al de profundis degli aiuti allo sviluppo. «Ci si allontana dunque sempre di più dagli Obiettivi di Sviluppo del Millennio – rimarca la portavoce del Cini – se per il 2009 il rapporto Aps/Pil italiano sarà intorno allo 0,15%, nel 2010 non solo non si raggiungerà lo0,51%manon si toccherà neppure lontanamente la soglia dello 0,42% necessaria a far sì che l’Ue raggiungo l’obiettivo collettivo dello 0,56%». Le uniche novità per il mondo della Cooperazione allo sviluppo rispetto al testo della Finanziaria presentato in ottobre sono legate alla ripartizione del gettito dello scudo fiscale che ha permesso la reintroduzione del 5 per mille nel 2010, con un tetto massimo di 400 milioni di euro. Non viene però stabilizzato – avverte il Cini – lo stanziamento di 130 milioni di euro al ministero dell’Economia che consentirebbe di pagare circa metà del contributo italiano per il 2010 alla Banca Mondiale (410 milioni di euro su 825 milioni).
MAGLIA NERA IN EUROPA Resta invariato il quadro del ministero degli Affari Esteri: dei 326 milioni di euro stanziati, 123 milioni sono già impegnati per pagare le seconde e terze annualità delle iniziative deliberate nel 2008 e 30 milioni di euro saranno necessari per coprire le spese di funzionamento. La Direzione generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Mae, potrà disporre quindi di soli 173 milioni di euro nel 2010 contro i 193 milioni dello scorso anno, «veramente troppo poco – rimarca Petroccione – per attribuire al ministero per gli Affari Esteri le competenze d’indirizzo della politica di Cooperazione allo sviluppo. Altro che Italia «generosa». Ma quale Italia che rispetta gli impegni presi nei consessi internazionali. La realtà è tutt’altra. Nell’anno contraddistinto dalle dichiarazioni internazionali sulla lotta alla fame, le risorse per il 2010 sono insufficienti per versare l’arretrato di 270 milioni di euro che, con la fine di quest’anno, l’Italia avrà maturato verso la Convenzione di Londra sull’aiuto alimentare per i Paesi in via di sviluppo, anche se la settimana scorsa al Senato il Governo aveva accettato di avviarne il progressivo ripianamento. «Per non disattendere completamente il dispositivo della mozione di metà ottobre, il Governo dovrà chiarire entro fine mese, in un atto di responsabilità e trasparenza, quali impegni internazionali in termini di Cooperazione allo sviluppo potrà onorare con le risorse finanziarie a disposizione», conclude la portavoce del Cini. Onorare gli impegni. Responsabilità. Trasparenza. Parole troppo grandi per una Finanziaria che ha «killerato» la Cooperazione allo sviluppo.
L’Unità, 17 dicembre 2009