Il governo dell’amore, se restiamo al Berlusconi di ieri, non dovrebbe fare una riforma contro tutto e tutti. Dopo la maggioranza delle Regioni, il Consiglio superiore della pubblica istruzione, i sindacati, l’opposizione, e perché no i professori, gli studenti e i bidelli anche il Consiglio di Stato ha detto al ministro Gelmini che la mutazione genetica della scuola superiore non si può fare. Non come si sta facendo, non con la rapidità imposta dalla contabilità di Tremonti. La sentenza amministrativa parla addirittura di uno sforamento rispetto alla delega concessa: la così radicale trasformazione dei licei, come dei tecnici, la fine delle sperimentazioni, i tagli poderosi di ore e professori (come ampiamente spiegato nei giorni scorsi su queste pagine, ndr) non rientrerebbero nelle indicazioni date al ministro. Quindi, la Gelmini si deve fermare, deve circoscrivere i Regolamenti, così hanno deciso di chiamare la riforma. E per fare questo ci vuole tempo, molto tempo. Il che cozzerebbe con i piani di via XX settembre. Ma, sarebbe una dimostrazione di buonsenso. Del resto una scuola funzionante ed efficiente dovrebbe servire alle famiglie, agli studenti. E dover scegliere un corso di studi senza conoscerlo sarebbe il massimo della contraddizione e del nonsenso. Perché da mesi è iniziata la fase della scelta per i ragazzi delle terze medie. Scelta al buio, perché, al momento, nessuno conosce quale superiore sarà. Si dovrà fare il tutto entro la fine di febbraio, soprattutto per non far saltare l’organizzazione degli istituti (organico, di fatto o di diritto, etc.). Non c’è tempo. Sarebbe meglio rinviare, magari stornare gli inutili fondi per il Ponte sullo Stretto sull’istruzione (dando quindi la copertura ai mancati tagli previsti) e consentire un passaggio, se riforma si deve fare, più sereno e cosciente con un anno di metabolismo conoscitivo alle spalle. Del resto, è sentenza di ieri, stavolta del Tar, il ministero è attaccato per l’accorpamento delle classi. Guarda caso in relazione all’influenza suina. Il Tar dice che deve essere rispettato il limite di 25 alunni per classe, secondo quanto riferisce il Codacons. Per l’associazione di utenti in base all’ordinanza «se un bambino o alunno si ammala di influenza in una classe in cui, contrariamente a quanto dispone la legge, vi siano più di 25 alunni, sarà possibile chiedere i danni allo Stato senza alcun limite».
L’Unità 16.12.09
Pubblicato il 16 Dicembre 2009