ROMA – Le «attenzioni pericolose» del governo alle risorse del Tfr, che dalla Tesoreria dello Stato-Inps, transitano al fondo «Grandi Eventi» di Palazzo Chigi (concepito inizialmente per finanziare manifestazioni sportive e istituzionali), arroventano lo scontro sulla Finanziaria. Tanto più che dal prossimo anno i soldi del Tfr non finanzieranno più gli investimenti ma genericamente le spese correnti.
Cgil, Cisl, Uil e Ugl, con toni vari protestano, Di Pietro parla di «scippo». Tornano in campo Rifondazione e Pcdi che inneggiano allo sciopero generale. Costretto ad intervenire anche il ministro del Welfare Sacconi per assicurare che «sono assolutamente garantite le erogazioni ai lavoratori» e per ricordare, con una punta di veleno, che una misura simile fu presa dal governo Prodi. La differenza, si ribatte, è tuttavia la destinazione dei fondi: allora gli investimenti oggi il calderone delle spese correnti. Scoppia anche un botta e risposta al calor bianco tra Epifani e Bombassei (Confindustria).
Non si placa intanto la polemica sulla blindatura della manovra che ieri ha debuttato nell´aula di Montecitorio e che ormai è avviata verso la fiducia. «Un cazzotto in faccia da una discussione seria», ha detto il segretario del Pd Pierluigi Bersani.
Ma sono le proteste contro l´operazione contabile intorno alle liquidazioni dei lavoratori a tenere la scena. La questione riguarda il Tfr di coloro che non hanno optato per la previdenza complementare – come architettato dalla riforma Maroni del 2006 – e hanno lasciato le risorse in azienda: queste risorse dal 2008 – per effetto di una misura del governo Prodi – sono state sottratte all´Inps, inserite nel capitolo «3331» del bilancio dello Stato e destinate al finanziamento di una serie circostanziata di investimenti in infrastrutture. Con la Finanziaria 2010 transitano, come tutto il resto delle coperture al Fondo «Grandi Eventi» di Palazzo Chigi (art. 7 quinquies Dl. 5/2009) e dunque vanno a sostenere generiche spese correnti. Un´acrobazia legittima, ma non senza rischi. «La Finanziaria 2007 prevedeva che le risorse del Tfr andassero ad investimenti infrastrutturali – ha detto ieri il capogruppo in Commissione Bilancio della Camera Piepaolo Baretta del Pd – mentre con il maxiemendamento del relatore si apre il cambio di destinazione e andranno al fondo grandi eventi di Palazzo Chigi. E´ stata superata la soglia di decenza istituzionale».
Entra nella polemica il leader della Cgil Guglielmo Epifani e tira dentro gli industriali: «Confindustria è molto forte con alcuni governi e molto debole con altri», ha detto e ha aggiunto che l´organizzazione degli imprenditori ha contestato il governo Prodi sull´utilizzo del Tfr versato all´Inps, mentre «oggi non dice nulla se i soldi, invece di andare agli investimenti, vanno a coprire le spese correnti del nostro Stato e della nostra pubblica amministrazione. C´è qualcuno – ha concluso – che utilizza un linguaggio con il governo di centrosinistra e uno esattamente opposto con il governo di centrodestra». Accesa la miccia non si è fatta attendere la deflagrazione da Viale dell´Astronomia: Le dichiarazioni di Epifani, sull´utilizzo del Tfr ci sembrano del tutto fuori luogo: la misura decisa dal governo non ha alcun impatto sulle imprese né sui lavoratori», ha dichiarato il vicepresidente di Confindustria Bombassei.
Scendono in campo nella battaglia contabile anche i commercialisti e sparano su Tremonti. «Utilizzo delle eccedenze di Tfr disponibili presso l´Inps, per finalità di copertura di una parte della manovra, rappresenta un incremento del debito potenziale dello Stato. In quanto tale, esso pare più simile a una “non copertura” che ad una “copertura”», ha sentenziato Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio dei commercialisti.
La Repubblica, 10 dicembre 2009
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Finanziaria, beffati e derubati
Guglielmo Epifani, segretario generale del sindacato, la definisce una manovra “di galleggiamento” con “poche risorse destinate alla crescita, agli investimenti e all’occupazione”. Epifani ha inoltre criticato la scelta del governo di utilizzare il Tfr dell’Inps per coprire alcune spese di bilancio. Di “scippo ai danni dei lavoratori” parla Paolo Ferrero mentre il Pd e l’IdV si preparano ad uno scontro in aula che finirà, è ramai quasi certo, con l’ennesimo voto di fiducia
È la finanziaria delle beffe quella che corre verso la fiducia nell’aula di Montecitorio. Una manovra che la maggioranza parlamentare si appresta ad ingoiare tutta d’un fiato, possibilmente senza leggere il foglietto illustrativo. Già perché quella che viene definita dal centrodestra la “manovra del rilancio del sistema-paese” in effetti è una vera e propria mazzata per i lavoratori dipendenti che ne sosterranno, attraverso i loro Tfr (che per 3,1 miliardi, viene ‘girato’ dall´Inps al Tesoro), circa un terzo del peso.
A fare muro contro questa decisione scellerata c’è la Cgil, il Pd, l’IdV e le sinistre fuori dal palazzo.
“Il governo si fermi e tenga giù le mani dalle liquidazioni: ha deciso di appropriarsi del Tfr senza chiedere il permesso a nessuno tanto meno ai lavoratori”, ha dichiarato ieri segretario confederale del sindacato, Agostino Megale. E oggi, Gugliemo Epifani torna a ribadire il concetto: “E’ una Finanziaria di galleggiamento”. Sono poche – è la denuncia del segretario generale della Cgil – le risorse destinate alla crescita, agli investimenti e all’occupazione”. Bocciata anche la scelta di spostare il Tfr dall’Inps al Tesoro, per utilizzarlo a copertura di circa un terzo della manovra per il 2010: “Usarlo per sostenere l’economia aveva un senso – ha continuato il dirigente sindacale – ma metterlo a spesa corrente onestamente non serve”, se non per finanziare “tutto quello che nel bilancio pubblico non ha la copertura”. Ma Epifani ha anche criticato il ‘silenzio’ degli industriali di fronte al nuovo spostamento della gestione, dopo il primo due anni fa dalle aziende all’ente di previdenza: “Non ho sentito nessuna voce da parte di Confindustria e delle imprese che due anni fa, invece, avevano protestato e parlato di ‘scippo’ – ha tuonato il leader della Cgil -. C’è qualcuno che usa un linguaggio con il centrosinistra e un altro con il centrodestra. Noi, invece usiamo lo stesso linguaggio di due anni fa. Confindustria finisce per essere molto forte con alcuni governi e molto debole con altri” ma “così si mette in discussione la credibilità della rappresentanza e l’autonomia delle imprese dal Governo. Visto che loro fanno lezioni di autonomia sarà bene che anche noi cominciamo a dargliene”.
La protesta della Cgil, che ha già proclamato uno sciopero degli statali per l’11 dicembre, si somma al malumore per la reintroduzione dello staff leasing e per l’aumento dei costi per le cause di lavoro sulle quali insiste l’ex ministro del Lavoro, il democratico Cesare Damiano.
E dalla Federazione della sinistra fanno sapere di essere pronti ad issare le barricate. “Il governo Berlusconi invece di far pagare la crisi ai ricchi usa i soldi propri dei lavoratori come se fossero suoi. Infatti, la decisione di trasferire i fondi dei lavoratori garantiti con il Tfr dall’Inps al Tesoro per utilizzarlo come copertura della manovra economica in esame alla Camera è un vero proprio furto organizzato sulle spalle dei lavoratori”, è il commento di Paolo Ferrero che invita sindacati e opposizione a proclamare “al più presto, un grande sciopero generale”.
Intanto la questione delle coperture riserva nuove sorprese. Si tratta dell’utilizzo a dir poco ‘acrobatico’ del gettito dello scudo fiscale, il cui consuntivo si potrà fare solo al 15 dicembre quando scadono i termini per le adesioni. Il governo, al momento, non sa ancora quantificarne le entrate, ma in compenso ha trovato già il modo per inserirle ben due volte a bilancio: la prima nel 2009 per finanziare taglio e rinvio dell’acconto Irpef del novembre scorso e la seconda a copertura di una serie di spese a valere sul 2010 (un lungo elenco dai testi scolastici, all’Ici, all’autosufficienza: in pratica buona parte della Finanziaria).
Questo doppio salto mortale al buio sarebbe consentito attraverso l’utilizzo del “fondo grandi eventi” presso palazzo Chigi cui vengono attribuiti 3,7 miliardi di copertura (ma dove confluiranno anche i 3,1 del Tfr, il miliardo di Trento e Bolzano i 350 milioni di rivalutazione dei terreni, il Fas e altro fino a 8,8 miliardi). Una scatola vuota ad esclusiva disposizione del Governo, da cui dipenderà l’erogazione, fuori del controllo del Parlamento, di tutti gli 8,8 miliardi della Finanziaria 2010 e che si riempirà solo a luglio del prossimo anno quando chi ha beneficiato dello sconto sull’acconto Irpef dovrà pagare il saldo. A quel punto le risorse dell’acconto affluiranno nel fondo-salvadanaio rimpiazzando quelle dello scudo e potranno coprire le spese della Finanziaria.
Aprile Online, 10 dicembre 2009