L’assicurazione contro le calamità naturali per tutte le case italiane infilata nel decreto di riorganizzazione della Protezione civile in discussione oggi al Consiglio dei ministri, rischia di diventare un grande affare per pochi e l’ennesimo balzello scaricato sulle spalle di molti. Perché il governo intende rendere obbligatoria la polizza, apprestandosi a ripetere con gli immobili l’operazione fatta a suo tempo con l’Rc auto. Ma se per le automobili e le moto l’introduzione dell’obbligo era in parte giustificata dalla necessità generale e sociale di impedire che per le strade circolassero individui irresponsabili privi di copertura che una volta causato l’incidente non avrebbero saputo a chi santo votarsi per risarcire i danni, con gli immobili questa esigenza è del tutto assente. Non a caso contro la polizza obbligatoria per le case è schierato un fronte ampio, dalle associazioni dei consumatori all’Antitrust alle organizzazioni dei proprietari come la Confedilizia.
In ballo ci sono interessi corposi. Secondo la stima probabilmente al ribasso fornita dalle stesse compagnie di assicurazione il costo medio della polizza per ogni singola abitazione sarebbe di circa 180 euro all’anno. Considerando che le case in Italia sono più di 27 milioni (censimento Istat), il costo complessivo dell’assicurazione-casa sfiora i 5 miliardi, soldi che usciranno dalle tasche delle famiglie per transitare in quelle delle compagnie. Le più interessate alla faccenda sono le solite: Generali, Ina-Assitalia, Toro, Fondiaria-Sai, Mediolanum.
Sono anni che tutte quante girano intorno all’osso della polizza anticalamità non riuscendo a ottenere da governo e parlamento l’ok definitivo per una ragione o per l’altra. Questa volta, invece, le probabilità che sfondino sono molte perché l’esecutivo Berlusconi ha inserito la novità in una bozza di decreto che, secondo autorevoli indiscrezioni, quasi sicuramente andrà in porto. In primo luogo perché il provvedimento si inserisce sulla scia dell’emozione per il terremoto d’Abruzzo, e poi perché il testo ha già avuto il placet di due tra i collaboratori più ascoltati dal capo del governo in materie di questo tipo: il responsabile della Protezionecivile, Guido Bertolaso, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta.
Favorire l’introduzione di una copertura assicurativa sugli immobili contro le calamità magari anche attraverso incentivi fiscali può essere un obiettivo condivisibile, entro certi limiti e a determinate condizioni. L’insistenza sull’obbligatorietà, però, sta rendendo l’operazione indigesta. In un pareredepositato il 20 novembre di 6 anni in occasione di una proposta simile elaborata a quel tempo, l’Antitrust aveva già espresso tutta la sua contrarietà: “L’imposizione di un obbligo assicurativo contribuisce a irrigidire la domanda dei consumatori che saranno indotti ad accettare le condizioni praticate dalle imprese anche quando le considerano particolarmente gravose”. In pratica l’obbligatorietà della polizza favorisce un patto leonino a svantaggio dei cittadini.
Ovvio che le associazioni dei consumatori siano nettamente contrarie. Per il presidente di Assoutenti, Mario Finzi, per esempio, «far pagare un premio assicurativo a chi vive in zone non a rischio diventerebbe una vera e propria tassa sulla casa». Dal momento poi che il decreto del governo prevede l’intervento dello Stato “in qualità di riassicuratore di ultima istanza per la parte di danno eccedente la capacità annua complessiva del sistema assicurativo privato” ecco che si profila anche la possibilità di una gigantesca privatizzazione dei profitti e pubblicizzazione delle perdite. Su questo aspetto si incentrano le critiche di Federconsumatori ed Adusbef: “Non vorremmo che i profitti derivanti dall’obbligatorietà delle polizze vengano incassati dalle imprese, mentre i rischi siano assunti dallo Stato”.
Nettamente contrario alla polizza obbligatoria anche Corrado Sforza-Fogliani, presidente Confedilizia, la più grande associazione di proprietari di case, in genere molto benevola con le decisioni di questo esecutivo. “Il governo non trova 200 milioni per risolvere il problema degli affitti ai disagiati e nel contempo prepara un provvedimento per la polizza obbligatoria anticalamità” accusa Sforza-Fogliani. La conclusione è dura: “Il governo non fa quello che era nel programma della maggioranza e fa, invece, quel che non era nel programma. In entrambi i casi ne fanno le spese, oltre che gli inquilini, i condomini e i proprietari di casa”. Secondo il presidente Confedilizia l’introduzione della polizza in alcune zone del paese funzionerebbe, inoltre, come una doppia tassa in aggiunta a ciò che i cittadini già pagano per lo stesso scopo ai Consorzi di bonifica. Nel 2008 gli italiani hanno sborsato a questi enti più di 500 milioni, con punte di contribuzione in Emilia, Toscana, Veneto e Lombardia.
Il fatto quotidiano 04.12.09