“Le due destre”, di Massimo Giannini
C’erano due modi per disinnescare la bomba atomica del fuorionda in cui Gianfranco Fini dà del monarca a Silvio Berlusconi, e marca la distanza irriducibile tra la sua idea di destra e quella del Cavaliere. Il primo modo era usare il buonsenso: prendere atto di quella distanza, che non è certo nuova ma risale addirittura al congresso fondativo del Pdl, e colmarla con la valorizzazione delle differenze, necessarie e vitali in un partito che si vuole pluralista e di massa. Il secondo modo era usare la clava: cogliere l’occasione di un incidente sia pure sgradevole, ma di per sé non così destabilizzante, per bastonare e regolare una volta per tutte i conti con quello che evidentemente non si considera più un alleato, ma un avversario. Non più il co-fondatore del Popolo delle libertà, ma l’eversore del partito unico del centrodestra. Non sappiamo ancora quale linea ufficiale abbia scelto e sceglierà il presidente del Consiglio. Al di là della solita “ira” che lascia trapelare attraverso la sua corte, il premier non si è ancora espresso sul …