“La pillola RU486 deve essere somministrata solo in regime di ricovero ordinario”. È quanto chiede il Ministro del Lavoro, della salute e delle politiche sociali all’Agenzia italiana del farmaco. Il ministro Sacconi ha firmato una richiesta al Consiglio di Amministrazione dell’Aifa perchè riconsideri la delibera sulla base di quanto emerso dall’indagine della Commissione sanità del Senato e quindi di aggiungere «solo con ricovero ordinario» per evitare che la pillola sia assunta al di fuori di quanto prescrive la legge 194. Insomma continua la guerra del governo alla pillola che è usata in tutta Europa. In pratica il governo vuole che l’Aifa torni indietro rispetto alle decisioni già assunte.
Il ministro Sacconi ha successivamente reso noto i parere espresso all’Aifa: Il Consiglio di Amministrazione dell’Aifa – si legge nel documento – «valuti se sia necessario riconsiderare la delibera adottata al fine di garantire modalità certe di somministrazione del farmaco in questione onde evitare ogni possibile contrasto con la legge n.194 del 1978.
Secondo il ministro, la pillola Ru486« può »essere utilizzata per uso abortivo, in compatibilità con la legge 194, solo se l’intera
procedura abortiva, e fino all’accertamento dell’avvenuta espulsione dell’embrione, sia effettuata in regime di ricovero ordinario nelle strutture sanitarie indicate dall’art. 8 della suddetta legge«. »Ritengo anche necessaria – osserva Sacconi – una specifica sorveglianza da parte del personale sanitario cui è demandata la corretta informazione sul trattamento, sui farmaci da associare, sulle metodiche alternative disponibili e sui possibili rischi del metodo, in particolare relativi alla eventuale richiesta di dimissioni anticipate della paziente.
Considero inoltre necessario un attento monitoraggio del percorso abortivo in tutte le sue fasi, sia al fine di ridurre al minimo le reazioni avverse (effetti collaterali, emorragie, infezioni ed eventi fatali) sia per disporre di un rilevamento di dati di farmacovigilanza che consenta di verificare il rispetto della legge”.
La nota del ministro, peraltro attesa, è fonte di nuove polemiche, sorte subito all’indomani della decisione della commissione Sanità di Palazzo Madama di chiedere uno «stop precauzionale» all’immissione in commercio della pillola abortiva Ru486. Il Partito Democratico attacca Governo e maggioranza e indica, a suo dire, il vero obiettivo di questa azione prevaricatrice»:impedire la commercializzazione del farmaco abortivo e arrivare, di fatto, a una modifica della legge 194 sull’interruzione volontaria di
gravidanza.
«Il ministro Sacconi ed il sottosegretario Roccella – dice Livia Turco del Pd – mettono in scena una prevaricazione mai vista della
politica sulla competenza tecnica, stravolgendo tra l’altro la legge 194. In tutto ciò la salute delle donne non c’entra. Mi auguro che l’aifa continui a dare prova di autonomia di giudizio e respinga questa inaccettabile prepotenza».
Dal Governo, al momento, poche voci. Gasparri dice che il Pd mistifica, che invece si vuole applicare bene proprio la 194. Nel frattempo a proposito del risultato finale dell’indagine conoscitiva parla di «vergogna nazionale» l’oncologo Umberto Veronesi, secondo il quale «fa ridere pensare che se un farmaco è sicuro in Francia non lo sia anche in Italia», mentre il quotidiano Avvenire, in un editoriale di questa mattina, ha sottolineato «l’ineccepibile decisione del Parlamento di chiedere al Governo una parola chiara».
Secondo il quotidiano della Cei, infatti, di fronte a tanto «orrore» e ad «un formidabile urto mediatico, politico e culturale il Parlamento si è riappropriato della sua funzione di rappresentanza della volontà popolare». Ma è il Partito Democratico ad usare i toni più duri e a invitare il Governo a non giocare sporco e a scoprire le carte. «Basta con gli equivoci. Il ministro Sacconi e il sottosegretario Roccella stanno impedendo l’utilizzo della pillola Ru486 in modo surrettizio con il pretesto della salute delle donne e il rispetto della stessa 194», aveva tuonato il capogruppo del Pd in commissione Affari sociali a Montecitiorio, Livia Turco, spiegando che la legge 194 sull’aborto non prevede l’obbligo del ricovero.
E toni analoghi arrivano dal presidente del gruppo Pd a Palazzo Madama, Anna Finocchiaro, che accusa il Governo di ‘non dire la verità« e di »impedire la commercializzazione della RU486 e di fatto arrivare ad una modifica della legge 194«. Mentre Ignazio Marino invita il sottosegretario Roccella »a mettere in campo una campagna di informazione sulla contraccezione e anche sull’utilizzo dei profilattici come mezzo di prevenzione«.
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