L’assenza nella legge finanziaria di risorse per i rinnovi contrattuali nella scuola, nell’università, nei conservatori e nelle accademie, la riduzione del personale docente e Ata nella scuola, i tagli all’università previsti dalla legge 133 hanno spinto la Flc-Cgil ad indire uno sciopero generale di tutti i settori della conoscenza per il prossimo 11 dicembre. Una data di mobilitazione scelta anche dai sindacati Usi. Tra le motivazioni dello sciopero c’è la mancanza di un piano organico per la stabilizzazione del personale precario nella scuola e il decreto 150 firmato dal ministro Brunetta. Dello sciopero hanno parlato ieri il segretario generale della Flc-Cgil Domenico Pantaleo e la segretaria confederale della Cgil Susanna Camusso al convegno tenutosi all’istituto superiore di sanità di Roma «Ricerca è futuro. Quali politiche per uscire dalla crisi». In un paese come l’Italia in cui gli investimenti in ricerca e sviluppo sono sotto il livello dei paesi avanzati, occorre un drastico aumento delle risorse. Sono stati criticati i criteri seguiti dal governo per le stabilizzazioni negli enti di ricerca, concepite in un quadro di contenimento della spesa. Questa situazione impedisce al Cnr di effettuare le assunzioni previste. È stata rinnovata la priorità del reclutamento a tempo indeterminato nell’università con concorsi banditi regolarmente tramite procedure trasparenti, oltre che un miglioramento delle condizioni retributive. È stata infine posta la necessità di definire politiche industriali all’insegna delle «tecnologie verdi», le nanotecnologie, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, quelle per la gestione dei cambiamenti climatici.
Il Manifesto, 20 novembre 2009
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