“Chi raccoglierà l’invito del Manifesto sul lavoro femminile della Libreria?”, chiede Bruno Ugolini sull’Unità del 16 novembre. Sono in grado di rispondere che per una volta le donne delle istituzioni sono intervenute per tempo con molte iniziative: una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare lanciata dal Partito Democratico in corso in tutto il Paese da alcuni mesi, accompagnata da incontri in molte regioni; un disegno di legge per promuovere l’occupazione femminile, la conciliazione e quella che chiamiamo “condivisione”. Dietro la spinta forte della nostra iniziativa, questo ddl è stato già messo all’ordine del giorno della Commissione lavoro del Senato.
Per noi donne del PD il lavoro femminile è una priorità strategica se davvero si vuole creare un’Italia più moderna, più dinamica e più coesa. L’esperienza di altri paesi ci insegna proprio questo, che quando lavorano più donne e diminuisce il gender gap, la società è più coesa e più sviluppata e cresce il tasso di natalità. Le donne che stanno a casa perché non trovano lavoro fanno anche meno figli, perché la coppia non ha la sufficiente serenità per investire nella procreazione e sul futuro. I dati rivelano che una donna su cinque è costretta a lasciare il lavoro quando nasce il primo figlio e molto difficilmente riuscirà a rientrare sul mercato del lavoro. Ma le statistiche dicono anche che se lavorassero tante donne quanti sono gli uomini occupati, il nostro PIL crescerebbe del 17,5%, e ancora che ogni 100 nuovi posti di lavoro per le donne se ne creano altri 15. Si crea quindi un circolo virtuoso fra occupazione femminile e ampliamento del mercato del lavoro. Senza dire del fatto che le aziende guidate da donne, anche in questo periodo di crisi, realizzano il 20% in più di profitti rispetto alla media. Abbiamo tutto l’interesse
L’Unità 18.11.09
Pubblicato il 19 Novembre 2009
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