Le dichiarazioni di autori e conduttori di Raitre a sostegno del direttore Paolo Ruffini
MILENA GABANELLI (Report)
Normalmente un dirigente deve essere “dismesso” dal suo incarico quando non fa bene il suo mestiere. Non penso che un’azienda come la Rai possa fare valutazioni diverse da questa. Siccome Paolo Ruffini, stando in ufficio 12 ore al giorno, ha prodotto risultati e qualità, credo che l’eventualità che venga rimosso sia priva di fondamento.
FABIO FAZIO (Che tempo che fa)
“Siamo sempre allo stesso punto di quest’estate: un adagio che continua e non fa bene a chi lavora nella tv. Ed è anche mal posto chiedere di questo o quello che potrebbe arrivare al posto di Ruffini. Consapevoli che nessuno nell’universo è insostituibile la domanda è una sola: perchè sostituire qualcuno che funziona? Lavoro con Raitre da anni e mi è stato consentito di crescere, affermare il programma, lavorare in assoluta autonomia. Abbiamo una rete che va benissimo negli ascolti, assolve meglio di ogni altra all’idea del servizio pubblico. La domanda allora è: perchè? Ma l’oggetto della tv, il prodotto, il pubblico, non contano niente? Cos’ha Raitre che non va? Ciò che preoccupa veramente è che si confonde lo spazio pubblico per un spazio da occupare con l’appartenenza. Che la poltitica deve sentirsi proprietaria di tutto ciò che è pubblico. E francamente, oltre che insopportabile, tutto ciò è anacronistico”.
CORRADO AUGIAS (Le Storie)
“Rimuovere Paolo Ruffini dalla direzione di Raitre sarebbe la prova definitiva che la Rai ha cessato di essere un’azienda per diventare un vassallo politico. Dal punto di vista aziendale non c’è nessuna ragione per cui questo provvedimento possa essere giustificato”.
MICHELE MIRABELLA (Elisir)
Con vivo rammarico apprendo della minaccia di allontanamento di Paolo Ruffini dalla direzione di Raitre. Non sono il solo a domandarsi la ragione di un atto che priverebbe la rete di un direttore che ha ottenuto, con tutta la squadra, risultati di alto prestigio sia dal punto di vista del successo di audience che della qualità in armonia col servizio pubblico. E non la trovo. Credo di servire quest’ultimo auspicando che la minaccia resti tale e non diventi una decisione dannosa per la RAI. Scrivo queste righe perchè credo, così, di servire ancora una volta l’Azienda.
RICCARDO IACONA (Presa diretta)
Con Ruffini abbiamo fatto piu di 50 ore di tv in prima serata e ha sempre garantito massima libertà e autonomia, che poi è la chiave di volta che ha la rete con il pubblico. Ci domandiamo perchè Ruffini debba andare via. Quello che ci preoccupa è che dietro ci sia un vero e proprio attacco a questa libertà, che è la natura fondante della rete per la quale lavoro
GIOVANNI ANVERSA (Racconti di vita)
“Cosa vuol dire garantire il pluralismo in tv? Rispettare le proporzioni della casta o dare voce anche a chi è fuori dai palazzi? In questi anni a Raitre hanno parlato anche i semplici cittadini, i più deboli e i più esclusi. Hanno raccontato le loro difficoltà ma anche la loro voglia di solidarietà. Ciò è stato possibile anche perchè un direttore come Paolo Ruffini ha concepito una rete aperta e plurale dove a essere raccontato e rappresentato è tutto il Paese e non la solita parte. Ora si vuole interrompere questo percorso virtuoso che da senso all’idea di servizio pubblico in nome di avvicendamenti non meglio motivati. Perchè una rete realmente pluralista che ha anche registrato primati d’ascolto e incrementato qualità e gradimento viene messo in discussione? In nome di quali convenienze aziendali si decide di azzerare un progetto editoriale che fa bene a tutta la Ria? Cittadini e abbonati attendono una risposta”:
GIOVANNI FLORIS (Ballarò)
“Io penso che se il Consiglio di Amministrazione e i vertici Rai si occupano di Raitre debba essere solo per confermare una volta per tutte Paolo Ruffini ed evitare che si vada avanti ogni settimana chiedendosi se viene o no sostituito il direttore. Credo che uno come Ruffini ogni azienda starebbe attenta a tenerselo stretto essendo quello che ha tirato su la rete migliore, con i migliori ascolti e la migliore qualità.
CARLO LUCARELLI (Blu Notte)
“Come ho già detto una volta c’è un modo dire in Romagna che è “Mi sono trovato bene”: significa che dal momento che le cose hanno funzionato fino ad oggi non vedo la ragione per cambiarle. Io mi sono trovato molto bene con Ruffini e credo che valga per la Rai stessa e Raitre in particolare dal momento che non ha fatto altro che aumentare gli ascolti e fare cose molto belle”. Così Carlo Lucarelli, autore e conduttore di “Blu Notte” interviene sul sito di Articolo21 in relazione alla notizia dell’imminente allontanamente di Paolo Ruffini dalla guida di Raitre. “Perchè cambiare allora? Non è che stiamo cambiando quando le cose funzionano proprio perchè funzionano? Questo è un sospetto molto antipatico che ci farà lavorare comunque male”.
SERENA DANDINI (Parla con me)
“Per usare una parola gentile, l’idea di mandar via Ruffini mi sembra quantomeno inopportuna. E’ assurdo, il mondo sembra andare al contrario: lo si vuole punire perchè è andato troppo bene? E’vero che il presidente del Consiglio ha più volte fatto capire che Raitre è una rete che non gli piace, ma dal momento che ce ne sono altre in tv non è mica obbligato a guardarla, può cambiare sempre canale…”
DARIO VERGASSOLA (Parla con me)
Per una volta che ho trovato qualcuno che mi sopporta, mi infila in una trasmissione e mi fa passare per conduttore me lo vogliono togliere. Questa notizia dispiace e preoccupa me e penso anche l’allegra banda di Parla con me perchè Ruffini è stato un direttore che non ha mai interferito lasciando la più completa libertà di espressione.
ENRICO BERTOLINO (Glob)
La scelta di mettere alla porta Ruffini è in linea con quello che sta accandendo nel resto del Paese: togli 800 milioni alla banda larga e togli Ruffini dalla Rai. E’ un paese che tende ad arretrare invece di andare avanti, dove la meritocrazia e i risultati non vanno avanti più. Se tu hai una rete che produce ottimi risultati dal punto di vista aziendale e ha un rapporto costi-benefici molto alto e decidi di rimuoverne il direttore significa che vuoi allontanare una persona che può dare fastidio, magari anche alla raccolta pubblicitaria. Mettere alla porta uno come lui significa che il lavoro non paga e che se cerchi di fare l’interesse di un ente ciò non va bene e che dovresti magari vivere di modelli di lottizzazione. Ma quello che mi sconvolge di più in questo paese è il “Silenzio degli incoscienti” che è un film della sinistra: si fanno mangiare il cranio dall’ Hannibal Lecter di turno senza dire niente”.
PIERO DORFLES (Per un pugno di libri)
Sostituire Paolo Ruffini alla guida di Raitre sarebbe peggio del famigera to editto bulgaro, perché significherebbe voler ridurre al conformismo dominante non singoli conduttori, ma un’intera rete: l’unica dove trovano spazio trasmissioni televisive che hanno ancora dignità e rispondono alle caratteristiche di un servizio pubblico.
FRANCA LEOSINI (Storie maledette)
“Paolo Ruffini ha saputo coniugare il passato della migliore Raitre, con un presente innovativo, forte, coraggioso, indipendente. Privare Raitre della sua guida, sarebbe una perdita grave e ingiustificabile”.
ALESSANDRO ROBECCHI (Doc3)
“Tutto quello che di eccellente Paolo Ruffini ha fatto a Rai Tre è sotto gli occhi di tutti: ottimi risultati, buoni ascolti, un indice di gradimento alto presso un pubblico affezionato. E’ strabiliante che tutto questo, conti economici compresi, non basti a riconfermarlo e a fargli continuare il suo lavoro. O forse – spaventa dirlo – è proprio tutto questo che si vuole evitare. Il che è allarmante per tutti: per chi fa la tivù, per chi la guarda e anche, paradossalmente, per chi ne guarda altra ma preferisce sapere che c’è n’è sempre una diversa a portata di mano”.
FEDERICA SCIARELLI (Chi l’ha visto)
“Paolo Ruffini è una risorsa per l’azienda, direttore serio e capace, attento ma nello stesso tempo rispettoso dell’autonomia altrui. Non siamo solo noi che lavoriamo con lui ad apprezzarlo ma il pubblico televisivo che è cresciuto durante la sua gestione di Raitre”.
ROBERTA PETRELLUZZI (Un giorno in Pretura)
“Lavoro da sette anni con un direttore come Paolo Ruffini che è un esempio di intelligenza, ragionevolezza, moderazione ed equilibrio, che è amato da collaboratori, autori, conduttori e dipendenti e non capisco con quale logica questa azienda voglia mandarlo via”.
ELSA DI GATI (Cominciamo bene)
Quando si mandano via direttori vincenti come Ruffini siamo tutti dei perdenti”.
RITA FORTE (Cominciamo bene)
Mandare via Ruffini? E’ una stecca ed io di stecche me ne intendo!
ANDREA VIANELLO (Mi manda Raitre)
“La Raitre di Paolo Ruffini è una squadra che funziona. Segna, fa gioco, è bella da vedere, tatticamente intelligente, solida in difesa e brillante in attacco, ed è seguita da un grandissimo numero di spettatori. E ai vertici della classifica ha un bilancio sano, ha scoperto nuovi ottimi giocatori e quando scende in campo lo fa sempre per il servizio pubblico. Come è possibile che qualcuno stia discutendo di cambiare il suo allenatore?”
1 Commento