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“Non potevano pensarci prima?”, di Lietta Tornabuoni

Ma perché non ci hanno pensato prima? Un’altra prova clamorosa dell’indifferenza e/o incapacità del governo, quella dell’influenza A. Pare ieri che i governanti assicuravano che in Italia l’influenza suina non sarebbe arrivata mai, perché i controlli sugli animali importati erano severi e impeccabili. Pare ieri che i governanti prendevano in giro i giapponesi, i messicani o gli spagnoli che giravano per via con la faccia a metà coperta dalla mascherina bianca, trattandoli come gente primitiva piena di pregiudizi. Pare ieri (era estate) che i governanti ripetevano balle rassicuranti e che magari gli italiani ci credevano con tranquilla superficialità: noi siamo esclusi da ogni rischio (e perché?), comunque c’è il vaccino che a settembre sarà pronto e che agisce fulmineamente.

Il vaccino arriva adesso, a novembre, e non basta: oltre Napoli quasi non l’hanno ancora visto mai, e già si scopre che i suoi effetti sono molto dubbi, che nel caso dei morti italiani non ha funzionato per niente.

Ma perché comportarsi in modo così irresponsabile? Per non saper cosa fare? Per incredulità e speranze mal riposte? Per malavoglia di occuparsene, proprio d’estate? Per fiducia nel fatto che da noi (e perché?) tutto sarebbe andato per il meglio? A tanta leggerezza adesso seguono conseguenze pesanti: la gente muore, i bambini si ammalano, gli ospedali sono sotto assedio, i medici non sanno cosa fare, i genitori piangono di paura. Bel modo di governare, alternare incoscienza e spavento. Complimenti.

Intanto ci rassicurano: la crisi finanziario-economica è già alle spalle, ci vorrà un po’ di tempo ma è finita, ne saremo fuori prima e meglio di altri Paesi. Neppure si accorgono, a esempio, di quanto in modo prodigioso si siano moltiplicate le inserzioni pubblicitarie dei compratori d’oro («Compro oro, pagamento immediato contanti») che approfittano del bisogno altrui. Basta pettegolare: da giorni gli stessi che si indignavano per gli attentati alla privacy prostitutoria di Berlusconi, si accaniscono sulla privacy ermafroditoria di Marrazzo.

La Stampa, 6 novembre 2009