Mese: Ottobre 2009

“Posto fisso non fermiamoci a Tremonti”, di Marco Simoni

La conversione del ministro Tremonti sulla via del del posto fisso mi ha ricordato la prima campagna di Berlusconi, nel 1994, nella quale promise un milione di posti di lavoro. Col senno di poi, la reazione del centrosinistra, che attaccò la promessa come non credibile, fa sorridere: tra chi prometteva di creare lavoro e chi criticò la promessa, gli italiani, reduci dalla crisi economica, votarono per il primo. In maniera del tutto simile, Tremonti fa una apologia del posto fisso e, mentre i sindacati hanno abilmente raccolto la proposta e suggerito un tavolo con Confindustria, girando dunque il coltello nella piaga aperta dal centrodestra, il resto del centrosinistra si è impegnato a spiegare che si tratta di una idea non credibile, o che il problema è un altro. Ancora una volta, a chi dovrebbe affidarsi un ragazzo precario: a chi sostiene il posto fisso o a chi spiega che si tratta di un discorso non credibile e che vanno invece potenziate la formazione e i sussidi di disoccupazione? Naturalmente mi si potrebbe obiettare di ingenerosità, …

“Il Cavaliere tra processi, prescrizioni e voglia di cambiare la Carta”, di Giuseppe D’Avanzo

Anche per i giudici dell’appello, David Mackenzie Mills è un testimone corrotto e, se c’è un corrotto, ci deve essere un corruttore. Il corruttore è Silvio Berlusconi. Non è in aula, è decisamente in salvo. Ma questa nuova sentenza pesa su di lui come un macigno – o come un incubo – perché ripropone un paio di cose che sappiamo (o dovremmo sapere) del capo del governo. Se ne possono elencare tre. Raccontano come la frode sia stata la via maestra per costruire – prima – e per difendere – poi – l’impero Fininvest/Mediaset. Spiegano le torsioni della sintassi legale del presente. Annunciano la tempesta politica che scuoterà il Paese in un prossimo futuro. Non c’è bisogno di farla tanto lunga. Mills, per conto di Berlusconi, crea un arcipelago di società off-shore (All Iberian). Quando i procuratori di Milano ne scorgono il profilo, per Berlusconi è questione vitale inventarsi l’impossibile per uscire dall’angolo. La corruzione di Mills, pagato dal capo del governo per mentire in aula, è un passaggio obbligato. Il motivo è elementare. Le …

“Pari opportunità, l’Italia scende in classifica”

Lungi dall’essere pari, le opportunità per le donne in Italia sono un terreno sempre più accidentato, soprattutto nel lavoro. Nel rapporto 2009 sul “Gender gap” del World Economic Forum, la penisola scende al 72esimo posto su 134 paesi dal 67esimo del 2008 e dopo l’84esimo del 2007. L’italia è superata anche da Vietnam, Romania e Paraguay, precede appena la Tanzania, è terzultima in Europa. A pesare è «la persistenza di indici negativi sulla partecipazione delle donne alla vita economica», in primis la disparità di salari e redditi rispetto agli uomini. «I paesi che non capitalizzano sulla metà delle loro risorse umane minano la loro competitività», ammonisce il rapporto. La classifica stilata dal Wef, l’istituzione che organizza il forum di Davos, copre il 93% della popolazione mondiale, assegnando ai paesi scandinavi il podio delle pari opportunità tra donne e uomini. Al primo posto si piazza l’Islanda (quarta nel 2008), davanti a Finlandia, Norvegia e Svezia. Seguono Nuova Zelanda, Sudafrica, Danimarca e Irlanda. Sorprendente il Lesotho al decimo posto (dal 16esimo), davanti quindi a tutti i big …

“I conti non tornano e i bambini sono frastornati”, di A.M.

ROMA – Un libro bianco sulla scuola per raccontare l’istruzione che c’era nel 2008 e quella che c’è stata nel 2009. Per dire che effetto hanno avuto i tagli e l’avvento del maestro unico. È il documento che sta preparando il Coordinamento dei genitori democratici guidato da Angela Nava e impegnato, in queste settimane, nella raccolta di storie che vengono dal basso, dalle scuole, con un occhio di riguardo per le ex elementari, le prime investite dalle novità volute dal governo Berlusconi. Che risultati sta producendo la riforma Gelmini alla primaria, presidente? «La novità più evidente è che i maestri unici sono in media cinque o sei. I presidi, infatti, hanno un organico ridotto e, quindi, il loro eccesso di zelo a favore dei genitori, combinato con la carenza di risorse dovuta ai tagli, sta determinando uno “spezzatino” di insegnanti». E i bambini come la prendono? «Il rischio è che i più piccolini siano frastornati da questa girandola di persone che è ben diversa, peraltro, dal vecchio team di insegnanti che si spartiva il lavoro. …

“La paura della verità”, di Antonio Boccuzzi*

Finalmente ieri sembrava giunto il momento e l’opportunità per ascoltare dalla viva voce dell’ad Harald Espenhahn, le motivazioni che hanno spinto la ThyssenKrupp a dismettere lo stabilimento di Torino, di conseguenza tutte le modifiche all’organizzazione del lavoro e la riduzione delle manutenzioni sulle macchine. La sua voce non si è fatta attendere, ma queste risposte sono state sostituite dalla lettura di una lettera in cui si evidenziava la difficoltà a comprendere la lingua italiana e la conseguente indisponibilità a sottoporsi all’esame. Tutto questo si riflette sull’andamento del processo,tanto che è stata cancellata la prossima udienza, prevista per il 29 ottobre,di conseguenza si allungano i tempi.È esplicita la volontà di perdere tempo; sulla comprensione della lingua italiana, sono stati molti i tentativi da parte del collegio di difesa di far arenare il processo, ma fortunatamente questa è stata un’eccezione mai accolta, fin dalla fase preliminare. Milascia quindi perplesso questo squallido tentativo perpetrato ancora oggi. Confido che nell’udienza del4novembre, quando all’imputato sarà concessa la possibilità di avere il supporto di un interprete, si possano comprendere le motivazioni …

“Se lo stato premia gli studenti e poi mette la tassa sul merito”, di Sergio Rizzo

In Italia i record delle tasse non pagate (secondo alcune stime non meno del 30%) e dei condoni a ripeti­zione convivono felicemente con alcune assurdità fiscali che non hanno apparen­te spiegazione. Per anni, ad esempio, i contribuenti hanno pagato (e molti paga­no ancora) l’Iva sulla tassa della spazzatu­ra. Lo Stato è cioè riuscito a spillare soldi ai cittadini perfino tassando una tassa. Finché la Corte costituzionale non ha di­chiarato questa pratica illegittima: la Cor­te costituzionale, avete capito bene. La domanda ora è se si dovrà scomoda­re la Consulta anche per l’ultima incredi­bile uscita dell’Agenzia delle Entrate. Che nella sua ottusità sarebbe addirittura esi­larante, se non ci andassero di mezzo dei ragazzi meritevoli. Dal 2007 è previsto per chi esce dalla scuola media superiore con il massimo dei voti un premio di mil­le euro. Non risolve la vita, ma è un se­gnale che vuole incentivare il «merito», parola che da qualche tempo sta sulla bocca di tutti, ma proprio tutti, i politici italiani. Ebbene, quel premio è stato ora ridotto a 650 euro. C’è la crisi …

“La crescita non passa per il taglio dell’IRAP: Ci resta solo il debito”, di Stefano Fassina

Lo scontro di potere in atto a destra ha aperto intorno alla politica economica del Governo un dibattito a lungo negato al Parlamento e all’opinione pubblica. Due le domande di fondo: l’Italia, dato l’enorme debito pubblico, può permettersi una politica economica anti-crisi? Data una risposta positiva, quali sono le misure adeguate? L’Italia non solo può permettersi,ma ha urgenza di una politica anti-crisi per sostenere le migliori energie del lavoro e dell’ impresa ed evitare il peggioramento del quadro di finanza pubblica. Attenzione però. La politica anti- crisi è utile ad una condizione: deve essere parte di una strategia riformista per innalzare la crescita potenziale del Paese. Soltanto a fronte di una intensa crescita il debito pubblico italiano diventa sostenibile. Il Governo, invece, confidando in una crisi di breve durata, ha scelto il rigorismo senza riforme: no alle riforme, no a misure anti- crisi, a parte il surrettizio, iniquo ed inefficiente allentamento del contrasto all’evasione fiscale. Perché il Governo non fa le riforme? Per ragioni culturali e politiche. Larga parte delle classi dirigenti italiane, in particolare …