Lo storico liceo romano ha aperto le mobilitazioni. In nome di una scuola democratica Per il 6 novembre prevista un’iniziativa nella capitale dell’Unione degli studenti.
Roma, via Giulia. Davanti al Virgilio, liceo storico, un lenzuolo bianco con una scritta rossa è inequivocabile: «Virgilio occupato», recita lo striscione, accanto a un paio di banchi sistemati davanti all’ingresso, in strada. Un capannello di ragazzi, sguardo intelligente, piuttosto allegri, ci sta seduto sopra a vigilare il via vai. C’è anche una cassetta per la colletta spontanea: «Soldi per il cibo», spiegano, ma si accettano pure sigarette. L’occupazione è iniziata mercoledì. L’Onda dello scorso anno è ancora lontana, ma scuola e università sono in fermento. L’Unione degli studenti ha convocato per il 6 novembre a Roma una mobilitazione, mentre le associazioni degli studenti, che si sono riunite nel Link si sono date appuntamento per il 17 novembre, giornata studentesca mondiale, per promuovere cortei e attività culturali in tutte le città italiane, dopo l’occupazione simbolica del ministero di mercoledì pomeriggio e degli «assalti» delle prefetture in otto città (Roma, Napoli, Bari, Lecce, Genova, Taranto, Siena, Torino). È partito, inoltre, anche il referendum studentesco nazionale promosso dall’Unione degli Studenti che mira a consultare decina di migliaia di alunni delle scuole superiori sui temi del diritto allo studio, della rappresentanza studentesca, della didattica e degli stage formativi. Un anno fa quelli del Virgilio hanno fatto più di tutti le spese, fisiche, degli scontri avvenuti in piazza Navona. Proprio questo giovedì trascorso, anniversario di quei fatti, nella piazza degli scontri si è svolto un sit-in per non dimenticare. «Quella mattina eravamo lì dalle 7.30. Ci eravamo messi proprio al centro. Le botte le abbiamo prese quasi tutte noi», ricorda bene Luca. Fu un brutto autunno, quello del 2008. Un ragazzo che bazzicava con quelli del collettivo del Virgilio si ritrovò sotto casa quattro fascisti che lo pestarono a sangue: finì all’ospedale con un trauma cranico, una costola rotta e un’emorragia. D’altra parte il gruppo di ‘Blocco Studentesco’, che a Roma riunisce studenti di destra, più volte con quelli del Virgilio ha cercato lo scontro: «Sono venuti a fare volantinaggio davanti alla nostra scuola, all’orario di entrata. Noi, per impedirglielo, abbiamo dovuto presidiare l’ingresso», racconta Luca. Da mercoledì, comunque, nulla è successo, anche se è chiaro che tutto, in teoria, può succedere. Ma al Virgilio sembrano tutti entusiasti, dicono che terranno duro fino a domenica e forse anche la prossima settimana. Luca spiega il perché della protesta: «Siamo contro la privatizzazione della scuola. E poi c’è la legge Gelmini- Tremonti, il lodo Alfano. Bisogna difendere la Costituzione». Sempre nel cortile, in un angolo, è stata messa una lavagna: «ore 13, corso sul caso di Stefano Cucchi, ragazzo ucciso di botte in carcere». L’occupazione è stata decisa al termine di un’assemblea degli studenti. A fine mattinata, mentre professori, bidelli e funzionari iniziavano a uscire i ragazzi già avevano deciso di restare: «Preside, al momento la scuola è nostra, vada via», hanno detto i giovani al capo d’istituto. «Non minacciosi, solo duri», spiega Luca, mentre dal cortile ti accompagna su per le aule.
UN’UNICA VOCE NELLA CAPITALE La voce che il Virgilio è occupato si è già sparsa tra i licei di Roma e ieri pomeriggio, sempre in via Giulia, c’è stata un’assemblea cittadina. «Vorremmo coinvolgere tutte le scuole, per ricreare il clima dell’anno scorso,ma stavolta il movimento deve partire da noi, studenti. Non vogliamo partiti, non vogliamo sindacati. Devono ascoltarci perché noi siamo il futuro della società», spiega Luca
L’Unità 31.10.09
Pubblicato il 31 Ottobre 2009