“In Padania strilla contro la privatizzazione, a Roma vota perché ‘l’oro blu’ sia gestito come una merce”.
“La Lega Nord deve decidersi: non può battersi con i suoi sindaci contro la privatizzazione dell’acqua e votare a Roma per il decreto 135 che sancirà la definitiva e obbligatoria mercificazione dell’acqua, senza alcuna garanzia per un uso razionale e sostenibile delle risorse idriche e per i diritti dei cittadini utenti”. Lo dicono Roberto Della Seta e Raffaella Mariani, capigruppo del Pd nelle commissioni ambiente del Senato e della Camera , a proposito dell’articolo 15 del decreto legge 135, in base al quale le gestioni del servizio idrico affidate a società a capitale interamente pubblico cessano improrogabilmente a fine 2011.
Per Mariani e Della Seta, che ha predisposto diversi emendamenti al testo in discussione, “Questa prospettiva cancellerebbe anche i servizi gestiti nel modo più efficiente. L’acqua – affermano i due parlamentari Pd – non è una merce ma un bene comune, la priorità nell’affidarne la gestione non può che essere un suo uso ambientalmente e socialmente sostenibile. Inoltre non è vero, come sostiene il governo, che l’articolo 15 serva a metterci in regola con le disposizioni dell’Europa: come attestano recenti decisioni dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, la stragrande maggioranza delle gestioni ‘in-house’ dei servizi idrici, quelle che si vorrebbero far decadere, è conforme alle normative comunitarie”.
Pubblicato il 29 Ottobre 2009