«Non si può escludere» che l’evasione fiscale sia aumentata; lo scudo fiscale potrebbe indurre i contribuenti a evadere di più in futuro; nei prossimi anni sarà difficile risanare i conti pubblici senza «affrontare con coraggio» questo problema. Così ha detto al Parlamento il direttore generale della Banca d’Italia Fabrizio Saccomanni. Sullo scudo, Giulio Tremonti ha subito ribattuto che «non c’è ragione di allarme», e accusa chi lo critica di fare «gli interessi dei banchieri svizzeri».
Saccomanni si è presentato alle commissioni Bilancio di Camera e Senato in sostituzione di Mario Draghi, operato al menisco. Ha dato anche la notizia buona che nel trimestre estivo, da luglio a settembre, il prodotto lordo italiano è tornato a crescere (circa +1%) pur se «l’intensità della ripresa rimane incerta». Ma si doveva parlare dei conti pubblici nel prossimo triennio; e su questo argomento la Banca d’Italia è preoccupata.
Il governo spera in un forte aiuto dal gettito della sanatoria sui capitali nascosti all’estero (in un’altra audizione, il presidente del Cnel Antonio Marzano ha invitato a non dimenticare che si tratterà di una entrata una tantum). Saccomanni riconosce che lo scudo «può avere effetti positivi se almeno una parte dei fondi rimpatriati viene investita in imprese produttive» grazie anche all’agevolazione per gli aumenti di capitale contenuta nello stesso provvedimento. «Tuttavia – aggiunge – può avere effetti negativi sugli incentivi dei contribuenti a pgare le imposte in futuro».
Questa che i condoni, specie se ripetuti, inducono a evadere di nuovo nella speranza di un altro condono successivo, è la tesi corrente nelle organizzazioni internazionali come il Fmi e l’Ocse. La sosteneva in passato anche Tremonti stesso, in un articolo del 1991 che lui stesso ha fatto inserire sul suo sito internet. Ma questa volta non vale, afferma il ministro dell’Economia, perché c’è l’opportunità di svuotare per sempre le cassaforti svizzere; e promette che le iniziative in corso contro i paradisi fiscali non si arresteranno una volta assicurato il successo dello scudo.
Tremonti ricorda che provvedimenti simili si stanno facendo in molti paesi. Nell’analisi della Banca d’Italia, proprio simili non sono: altrove, ha detto Saccomanni a deputati e senatori, «l’emersione comporta il pagamento dell’intero ammontare delle imposte dovute» e «talvolta di una sanzione»; «in alcuni paesi, ad esempio gli Stati Uniti, non è previsto l’anonimato». Al contrario «in Italia l’emersione comporta un costo relativamente modesto» e «lo scudo può essere utilizzato a fronte di qualsiasi accertamento fiscale e previdenziale».
Lo scudo riguarda un numero abbastanza ristretto di contribuenti, e la Banca d’Italia indica solo un rischio per il futuro. E’ già in atto invece un calo forte delle entrate tributarie, soprattutto dell’Iva. L’Iva tassa i consumi, ha spiegato Saccomanni ai parlamentari, dunque dovrebbe andare all’incirca di pari passo con loro; ora «nei primi sei mesi del 2009 i consumi delle famiglie si sono contratti di circa il 2%» mentre il gettito Iva «si è invece ridotto di quasi l’11%» dopo essere già calato nel 2008. Giudicate insufficienti varie spiegazioni di altro genere, la Banca d’Italia si è convinta a lanciare l’allarme evasione.
Il governo ha già messo in conto un recupero di evasione per il 2010, ma in un’altra audizione della giornata la Corte dei Conti ha consigliato di non coprire spese vere con una ipotesi. Nella prospettiva dei prossimi anni, la Banca d’Italia nota che senza recupero di evasione, gli obiettivi di riequilibrio dei conti che il governo si propone fino alla fine della legislatura paiono parecchio difficili da raggiungere: occorrerebbe ridurre le spese correnti di quasi l’1% all’anno, mentre nel decennio passato sono cresciute a una media annua del 2,1%.
Saccomanni ha incoraggiato il governo a proseguire nella riforma della pubblica amministrazione e a completare il federalismo con il nuovo Codice delle autonomie locali. Ha anche precisato che la riforma dell’indennità di disoccupazione, chiesta martedì dal governatore Draghi a Moncalieri, andrebbe iniziata prima possibile. Come ha detto sempre alle commissioni Bilancio il presidente dell’Istat Enrico Giovannini, la perdita del posto di lavoro riguarda sopratuttto i giovani precari.
L’Unità, 16 ottobre 2009
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“Bankitalia: ‘Persi 500.000 posti. Interventi per famiglie e imprese'”
ROMA – Allarme occupazione e conti pubblici nel Bollettino economico della Banca d’Italia, che conferma anche quanto siano ancora incerte per il nostro Paese le prospettive di ripresa. Per quanto riguarda i posti di lavoro, nel secondo trimestre dell’anno, segnala il Bollettino, “la perdita è risultata di oltre mezzo milione di occupati rispetto a un anno prima, escludendo dal computo l’effetto delle iscrizioni all’anagrafe di lavoratori immigrati. E’ stata di circa 300.000 unità la flessione dei lavoratori comunemente definiti come ‘precari’, in maggioranza giovani”.
Scudo fiscale incentivo a evadere. Mentre in un’audizione sulla Finanziaria delle commissioni Bilancio di Camera e Senato il direttore generale della Banca d’Italia Fabrizio Saccomanni lancia l’allarme sulle conseguenze dello scudo fiscale: “Può avere effetti negativi sugli incentivi dei contribuenti a pagare le imposte in futuro”. E chiede interventi in funzione anticrisi a favore di famiglie e imprese: “E’ necessaria la definizione immediata di interventi strutturali che assicurino nel medio termine il contenimento della spesa e del debito pubblico”, mantenendo “nell’immediato il sostegno alle famiglie e alle imprese”.
Entrate giù anche in termini nominali. Le entrate si ridurranno, in termini nominali, per la prima volta negli ultimi 50 anni. Lo afferma il direttore generale di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni, nel corso dell’audizione sulla Finanziaria alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. “Risentendo dell’andamento sfavorevole della congiuntura, le entrate – spiega il direttore generale – si ridurranno in termini nominali (-1,4%) per la prima volta negli ultimi cinquanta anni”.
Apparente l’aumento di stranieri occupati. Nel terzo trimestre, inoltre, “si è ancora intensificato il ricorso alla Cassa integrazione guadagni: le ore complessivamente autorizzate sono aumentate di circa il 30% rispetto al trimestre precedente”. Nel dettaglio, rispetto al secondo trimestre del 2008, la diminuzione dell’occupazione è stata di 378.000 unità (-1,6%), come risultato di una riduzione più forte del numero degli occupati di nazionalità italiana (-562.000) e di un aumento dell’occupazione straniera (184.000). Quest’ultimo dato, tuttavia, avverte via Nazionale, riflette “esclusivamente il recepimento nei dati anagrafici della crescita della popolazione straniera residente (aumentata di 307.000 unità) e potrebbe riguardare pertanto lavoratori già in attività”.
Conti pubblici peggiorati da riduzione gettito. Quanto allo stato dei conti pubblici, “è in notevole peggioramento, risentendo soprattutto della dinamica particolarmente negativa delle entrate”. Sulle prospettiva, si evidenzia, “pesa l’incertezza ancora elevata riguardo ai tempi e all’intensità della ripresa ciclica”. Gli economisti di Via Nazionale fanno riferimento, in particolare, all’andamento del gettito fiscale. Nei primi nove mesi del 2009 il gettito tributario erariale si è ridotto del 3,2%, nonostante la forte crescita di alcune imposte sostitutive straordinarie.
Necessario ridurre la spesa. Citando i dati contenuti nell’ultima Relazione previsionale e programmatica, il Bollettino ricorda che l’obiettivo per l’indebitamento netto è fissato al 5% del Pil, pari al valore tendenziale, e che “il suo conseguimento prevede, in base al quadro analitico a legislazione vigente, una ripresa del gettito tributario, una forte decelerazione della spesa primaria corrente e una netta flessione degli investimenti pubblici”.
Modesta crescita dei consumi. Tornano a crescere i consumi, anche se i segnali per il terzo trimestre restano incerti. Nel secondo trimestre “si è interrotto il calo della spesa delle famiglie, che ha segnato un aumento dello 0,3% sul periodo precedente (-1,8 su quello corrispondente del 2008). Il risultato riflette soprattutto il netto rialzo degli acquisti di beni durevoli (4,0% sul periodo precedente), tornati a crescere per la prima volta dall’estate del 2007 sulla spinta delle agevolazioni alla rottamazione degli autoveicoli”.
Secondo stime fondate su un insieme di informazioni ancora largamente incompleto, avvertono gli economisti di Via Nazionale, “nella media del primo semestre il reddito disponibile reale delle famiglie consumatrici avrebbe subito una flessione dell’ordine dell’1% rispetto allo stesso periodo del 2008, inferiore a quella della spesa”.
Istat, inflazione +0,2% a settembre. L’inflazione sale dello 0,2% tendenziale a settembre contro il +0,1% di agosto e scende dello 0,2% su base mensile contro il +0,3% del mese precedente. Lo segnalano i dati definitivi dell’Istat, che confermano quelli delle stime flash.
La Repubblica, 15 ottobre 2009