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«Il senso del PD per le primarie», di Piero Fassino

In uno scenario politico i partiti ridotti a macchine di potere o di pura propaganda per un leader solitario, il fatto che 450 mila persone, si riuniscano, discutano, votino, è un evento di grande valore non solo per il Pd, ma per la credibilità della politica e della democrazia. Un evento partecipativo che adesso, con le Primarie del 25 ottobre, si amplierà a milioni di elettori del Partito Democratico.

E analizzando l’esito dei congressi, la partita delle Primarie appare del tutto aperta. Rischia di essere parziale e fuorviante, infatti, una lettura dei risultati dei 7000 congressi di circolo soltanto attraverso le percentuali. Limitarsi a confrontare il 55-56% di Bersani, a livello nazionale, con il 36-37% di Franceschini, offusca infatti che in gran parte delle regioni e delle provincie il divario in voti assoluti è molto più contenuto di quanto le percentuali facciano credere.
Le cifre sono chiare: nelle Marche la differenza è di 500 voti; in Umbria, Veneto e Abruzzo 1500; nel Lazio 2200; in Liguria 2500; in Toscana 3000. E analoghe tendenze si registrano in tante provincie: ad esempio a Prato la differenza è di 150 voti, a Firenze e Palermo 200, a Venezia e Reggio Emilia 300 e in una città grande come Milano di soli 700 voti. Degli 85mila voti in più che Bersani ha sul piano nazionale, la metà sono concentrati in Campania, Puglia e Calabria.
Non solo, ma dall’esame dei voti risulta evidente che Franceschini si conferma il candidato che più raccoglie un consenso che va oltre le appartenenze di origine dei votanti, tant’è che nelle regioni rosse come Toscana, Umbria, Marche, laddove la presenza di iscritti al Pd provenienti dai Ds è rilevante il divario tra Franceschini e Bersani è ancora più ridotto. E nella stessa Emilia Romagna, dove Bersani partiva obiettivamente avvantaggiato il consenso raccolto da Franceschini raggiunge la significativa quota di un terzo degli iscritti.
Si aggiunga infine che non sono poche le realtà nelle quali è Franceschini ad aver raccolto i maggiori consensi, come in Sicilia, Lazio, Friuli, Val d’Aosta e nelle provincie di Pavia, Gorizia, Pistoia, Benevento, Frosinone, Pordenone, Udine, Rovigo, Ferrara, Ancona, Macerata, Empoli, Lucca, Massa Carrara, Viareggio, Latina, Rieti, Viterbo, L’Aquila, Trani, Messina, Siracusa, Trapani, Olbia.
Dall’insieme di questi dati, insomma, si ricava che il 25 ottobre i candidati hanno le stesse chance, Franceschini ha tutte le possibilità di essere eletto e saranno, perciò, davvero iscritti ed elettori insieme a scegliere con il voto il Segretario nazionale del Pd.
www.pierofassino. it
da L’Unità

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