Mese: Settembre 2009

“L’Emilia Romagna e il futuro del Pd”, di Gian Carlo Sacchi

Competizione e coesione sono le caratteristiche della società emiliano – romagnola. Le due grandi ideologie della sua storia, rivali tra di loro, ma che esprimevano entrambe il valore della solidarietà. L’ironia guareschiana le traduce nella corsa in bicicletta di Peppone e don Camillo, ma “se uno si attarda l’altro lo aspetta”. Questo ha consentito a questa regione un solido e qualificato welfare, uno sviluppo attento non solo alla dimensione economica e del profitto, ma anche dell’equa distribuzione delle risorse e delle opportunità. Un tale impianto ha costituito un modello di qualità della vita delle persone e di “capitale sociale”. Nell’epoca della ricostruzione post – bellica c’era sia chi pensava che dentro al collettivo potesse migliorare la vita dei singoli, sia, viceversa, chi partiva dalle persone per arrivare all’emancipazione della società, ma tutti si sono impegnati per gli altri ed hanno contribuito ad affermare e ad allargare la coesione, che oggi può comprendere anche gli stranieri. Terminata la guerra fredda, conseguito un maggior benessere, sembra che detti valori stiano regredendo ed emerga un nuovo tipo di …

“Dieci domande (imbarazzanti) al ministro Gelmini”, di Red Rom

1. Lei ricorda che la “riforma” che porta il suo nome è stata approvata nel 2008, senza nessun confronto vero, attraverso tre decreti-legge (112, 137, 154), poi convertiti in legge ordinaria con voti di fiducia, praticamente senza discussione alcuna? Non ritiene che questo metodo abbia determinato ostilità, disagio, sfiducia nel mondo della scuola, tanto da mettere a rischio ogni idea di innovazione e riforma? Perché non accetta di confrontarsi serenamente con gli operatori della scuola? Di ascoltare almeno le loro ragioni? 2. Lei non crede di esagerare mostrando insofferenza verso ogni forma di critica, dissenso, preoccupazione per l’attuale situazione della scuola? Non vede il rischio del conformismo di facciata? Lei ritiene forse che la scuola debba pensare all’unisono obbedendo ad alcune verità pedagogiche obbligatorie? E che la scuola debba essere “governata” attraverso interviste e dichiarazioni in prima serata e non – invece – ascoltata in profondità, per coglierne le difficoltà, ma anche le molte risorse che essa sa esprimere, magari silenziosamente? 3. Lei non percepisce che la scuola è un sistema sociale esteso (che si …

“Quegli applausi nel nome di Sanaa ‘Basta con i muri tra i nostri figli'”, di Paolo Rumiz

PORDENONE – Che non si ripeta. Che non sia una tragedia inutile. Che l’assassinio di Sanaa spinga al dialogo. Tempo di tregua e promesse alla festa di fine del ramadan a Pordenone, dopo il delitto d’onore che ha insanguinato il Friuli. Sotto un sole da estate indiana uno spaccato dell’altro Nordest che lavora: millecinquecento persone, tremila piedi scalzi allineati sui tappeti, venticinque nazionalità, lingua veicolare l’italiano anziché l’arabo. Ma dietro a quel sole, l’ombra di un evento vissuto come un’onta. «In Marocco – sussurrano – quell’uomo sarebbe condannato a morte». La religione non c’entra, ripetono. E a controprova ricordano che quattro anni fa, in questi stessi luoghi, un padre italiano ha ucciso il proprio figlio perché omosessuale. Fabio Cauz si chiamava. E Carlo Alberto l’assassino. Ma le ombre permangono. Da Roma Suad Sbai, pasionaria delle donne marocchine in Italia per il Polo delle libertà, denuncia che dopo il delitto la madre di Sanaa sarebbe stata “sequestrata” dal suo imam per essere indottrinata sull’atteggiamento (intransigente) da prendere. Ma qui la polizia sa che l’imam di Pordenone …

“Professionisti 300 mila a rischio”, di Isidoro Trovato

Da Norman Foster a Bonelli, Erede, Pap­palardo. Gli studi pro­fessionali subiscono un duro contraccolpo dalla cri­si economica internazionale. Una flessione che ha intacca­to ricavi e occupazione. In Ita­lia le stime del Cup (Comitato unitario degli ordini e dei col­legi professionali) per il 2009 prevedono quasi 300 mila po­sti di lavoro persi da liberi pro­fessionisti a partita Iva che non possono contare su am­mortizzatori sociali o misure di tutela straordinarie. Specia­listi che dovranno riconvertir­si, sperimentare altri settori o addirittura cambiare lavoro. Ad accusare il colpo ci sono nomi illustri ma soprattutto una miriade di piccole realtà che nel 2008 hanno guadagna­to, in media 15 mila euro in meno, hanno dovuto ridurre il budget destinato alle consu­lenze e alle risorse umane, quindi tagliare contratti e po­sti di lavoro. La caduta del mattone Tra le categorie più colpite gli architetti, legati a doppio fi­lo alla crisi dell’edilizia, al pun­to che firme di primo piano co­me l’olandese Erick Van Ege­raat chiude il suo studio mila­nese dopo lo stallo del proget­to Milanofiori. Turbolenze an­che per qualche grosso studio italiano, come …

“Ma Barack ci ama o non ci ama?”, di Lucia Annunziata

L’elezione di Obama, nonostante i toni di grande riconciliazione, ha inserito una sorta di disagio nelle vene dell’Alleanza atlantica, quale mai sperimentata prima. Con il presidente Bush questi rapporti fra le due sponde erano infatti non idilliaci ma chiari. Con il nuovo inquilino della Casa Bianca, il perfetto contrario: idilliaci ma non chiari. La prevedibilità, la nettezza di posizioni del presidente repubblicano sulla guerra preventiva e la negazione del multilateralismo sono state sostituite dall’amichevolissimo ma illeggibile e per molti versi distaccato rapporto con Obama. Proprio in questi giorni, due grandi eventi hanno portato a galla l’incertezza. L’accelerazione della guerra in Afghanistan, di cui i morti italiani sono insieme il prodotto e il simbolo; e la cancellazione dello scudo spaziale antirusso, i cui siti sono stati collocati finora in Polonia e in Repubblica Ceca. Entrambe le circostanze hanno messo in fibrillazione gli europei. Il lutto italiano è solo l’ultimo di una serie che fa ormai parlare i Paesi europei della necessità di rivedere la missione in Afghanistan – ma questi dubbi sbattono contro un’accelerazione dell’impegno in …

«L’Emilia non è bulgara per Pierluigi finora con Dario finisce 60 a 40 circoli», di Antonella Cardone

Consultazioni in 50 su 650. Alcune enclave di Pierluigi hanno tradito: a Trebbo (dove ci sono ancora i busti di Lenin) ha vinto di un punto, a Imola risultati sotto le aspettative. L’Emilia-Romagna toglie il turbo a Pierluigi Bersani nella corsa alla segreteria nazionale del Pd: nella terra dove le previsioni immaginavano risultati bulgari per l’ex ministro, visto che qui le dirigenze regionali sono per lui, i primi circoli che hanno effettuato i loro congressi hanno negato l’unanimità. Persino lungo la via Emilia la partita con Dario Franceschini è ferma 60 a 40. E’ presto, però, per avere un quadro oggettivo di quelli che saranno i risultati complessivi: i congressi si sono svolti in appena una cinquantina dei 650 circoli della regione, e quelli numericamente più significativi si terranno al termine delle Feste, a fine mese. Nessuno, neanche i franceschiniani più convinti, osa adesso sognare che non sia effettivamente Bersani il candidato incoronato, male dita rimangono incrociate. Perché è un fatto alcune enclave considerate bersaniane hanno tradito. E’ accaduto, ad esempio, giovedì notte nel primo …