“Il Lodo Alfano, la Costituzione e l’Europa”, di Andrea Manzella
Nei primi giorni di ottobre la Corte costituzionale giudicherà se la legge n. 124 del 2008 (il cosiddetto lodo Alfano) sia o meno conforme alla Costituzione della Repubblica. In quella legge è disposta la sospensione dei processi penali contro le quattro più alte cariche dello Stato, in esse compresa ovviamente quella del presidente del Consiglio. Una interruzione per tutta la durata della carica. La legge del 2008 è la seconda edizione, riveduta e corretta, di un’altra legge che aveva la stessa funzione di scudo penale. Era la legge n. 140 del 2003, che però era stata bocciata, dopo appena sette mesi di vita, dalla Corte costituzionale. Ma la Corte non aveva pregiudizialmente respinto la ragione politica di quella legge. Anzi: aveva riconosciuto come «interesse apprezzabile» la «esigenza di protezione della serenità dello svolgimento delle rilevanti funzioni connesse a quelle cariche». Un interesse, aveva per aggiunto la Corte, «che può essere tutelato in armonia con i principi fondamentali dello Stato di diritto». Senonché in quella legge, pur politicamente «apprezzabile», quella «armonia» non c’era. Così com’era stata …