Giorno: 29 Settembre 2009

“Non è una scuola per giovani”, di Franco Bastianini

Non decolla il ringiovanimento della categoria dei docenti delle scuole statali nonostante il recente blocco di neoassunzioni e i pesanti pensionamenti. E così continua ad aumentare l’età anagrafica media dei docenti titolari di un contratto a tempo indeterminato, in assenza di una politica contcreta di svecchaiemnto della scuola, che pure il ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, aveva promesso. È quanto si ricava da una ricerca condotta da Azienda Scuola i cui sono state prese in esame l’età anagrafica dei docenti che risultano titolari di contratto a tempo indeterminato nell’anno scolastico 2009/2010 e quella dei docenti titolari registrati nel precedente anno scolastico. Dal 1° settembre 2009 oltre 34 mila dipendenti, di età compresa tra 58 e oltre 65 anni, sono cessati dal servizio per raggiunti limiti di età, per compiuto quarantennio di servizio e per dimissioni volontarie. Sono stati 8 mila invece gli assunti ex novo con un contratto a tempo indeterminato. I criteri della ricerca Gli autori della ricerca hanno preso in esame, quali elementi di partenza, i dati ufficiali relativi al numero dei docenti titolari …

“Rodotà: ‘Il pluralismo dell’informazione è in pericolo'”, di Altero Frigerio e Paolo Serventi Longhi

Vi sono molte buone ragioni per partecipare alla manifestazione nazionale per la libertà di informazione indetta dalla federazione della stampa per sabato 3 ottobre e alla quale hanno aderito decine di sindacati, associazioni e movimenti come la Cgil, Articolo 21, l’Arci e le Acli. Così come ci sono i motivi per aderire all’appello scritto per Repubblica da tre giuristi del calibro di Franco Cordero, Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky. “Se è vero – esordisce il professor Rodotà che ci riceve nella sua bella casa nel cuore del ghetto ebraico a Roma – che il 69,3 per cento dei cittadini forma la propria opinione in base a quello che vede e ascolta dai tg, è evidente a tutti che chi controlla i telegiornali è in grado di condizionare pesantemente l’opinione pubblica. È stato lo stesso presidente del Consiglio, in Tunisia, a inaugurare un suo canale affermando che la televisione è il mezzo più potente”. Rassegna Partiamo dal conflitto d’interessi. Rodotà È una storia molto lunga, non possiamo dimenticare come nasce l’impero televisivo di Berlusconi. Ero in …

“Il ragazzo che non aveva parole”, di Bruno Ugolini

E’ uno dei tanti provvedimenti del governo di centrodestra. Passano inosservati per molti. Non per le vittime predestinate. Sono in questo caso i disabili, persone affette da malattie che però non impediscono loro di prestare un’opera preziosa in diverse mansioni. Il decreto Tremonti cosiddetto anticrisi blocca ora, non le esose rendite finanziarie bensì la possibile assunzione dei disabili nelle pubbliche amministrazioni. Addosso ai deboli, insomma. Il caso lo denuncia in una e-mail Umberto Brancia. È il padre di Marco un ragazzo disabile che ha saputo combattere e rifarsi una vita. Con papà ha scritto un libro («Non avevo le parole», Città Aperta) e attivato un blog: http://nonavevoleparole.blogspot.com. Il decreto, annota, «comprometterebbe la possibilità di inserimento al lavoro di tanti giovani che hanno superato l’handicap in un difficile percorso di riabilitazione, nella prospettiva di una piena integrazione nella società». La Funzione pubblica Cgil è mobilitata. Un emendamento al comma 7 dell’articolo 17 del decreto anticrisi è stato presentato al Senato da quattro senatori del Pd Achille Passoni, Vidmer Mercatali, Giuliano Barbolini e Giorgio Roilo. La storia …

“I consigli di Eco alle matricole”

«SE ora, come vuole la riforma, ad un esame dovete studiare cento pagine, voi studiatene trecento. Andate contro la legge. Perché alla fine della fiera ci sarà un dieci per cento di voi che avrà lavorato e sarà l´élite. Gli altri, che avranno seguito la legge, saranno dottori al parcheggio». Umberto Eco sprona oltre duecento matricole attonite al primo giorno di benvenuto al corso di Scienze di comunicazione all´università di Bologna. Quel corso che il semiologo ha fondato nel 1992 e che ora lo riporta in cattedra. A dare consigli. Quattro generazioni di matricole dopo: facce da liceali, smarrite al primo giorno, abituate a farsi portare per mano. Il discorso muove a braccio. Dalla “sua” università – la laurea in Filosofia a Torino dal 1950 al ‘54, i diciotto esami “abbastanza duri”, i corsi monografici e classici come “Essere e tempo” da leggere in più – ai corsi di oggi con esami da cento pagine. «Vi assicuro che nessuno è mai morto per la fatica, a 24 anni si può fare, si hanno tanti neuroni …