Da qualche giorno è sul tavolo dei dirigenti politici e dei responsabili delle reti tv un breve ma chiarissimo dossier intitolato «Analisi della presenza televisiva dei candidati alla segreteria del Partito Democratico». Lo ha preparato il Centro d’ascolto dell’informazione radiotelevisiva dopo aver preso in esame il tempo dedicato dal 4 luglio al 13 settembre dai sette tg nazionali (Rai Mediaset e La Sette) a Dario Franceschini, il segretario in carica, e a Luigi Bersani e Ignazio Marino, gli sfidanti. L’ordine con cui abbiamo pubblicato i nomi è anche quello della «classifica» come si vede nelle tabelle che pubblichiamo qua accanto.
Percentuali risibili e trattamento diseguale. Il problema, d’altra parte, era stato avvertito ben prima che questi dati fossero pubblicati. E, infatti, il presidente della commissione di vigilanza Sergio Zavoli ha ricevuto più d’una lettera. In una di queste, scritta dal candidato Ignazio Marino, si chiede che le primarie vengano considerate «fatto di interesse pubblico» e dunque siano soggette alle regole generali di «pari trattamento» tra i competitori. Zavoli ha condiviso la preoccupazione. Ha, infatti, rivolto al direttore genarale della Rai Mauro Masi un invito formale formale a «verificare la fondatezza della richiesta». A stabilire, cioè, se per le primarie del Pd il servizio pubblico debba osservare le stesse regole che sono in vigore per i temi sottoposti a par condicio nel periodo preelettorale. Le tabelle vanno messe in relazione tra loro. La prima – quella dove la classifica è rappresentata graficamente – potrebbe dare addirittura l’impressione di una competizione tra big del piccolo schermo. Col segretario in carica che ha lo spazio maggiore e i due sfidanti che, comunque, non sfigurano. Ma è un’illusione ottica: le barre colorate verticali danno la forma di grattacieli a tre modeste casette.
Risulta chiaro se si traduce in giorni (71 dal 4 luglio al 13 settembre) il tempo del monitoraggio e si divide per i giorni il tempo complessivo di ciascun candidato. E cioè i 47 minuti e un secondo di Dario Franceschini, i 25 minuti e 14 secondi di Luigi bersani e gli 8 minuti e 46 secondi di Ignazio Marino. Si ottiene, così, la classifica della presenza quotidiana: 37 secondi per il segretario in carica, 21 secondi per Bersani, 8 secondi per Marino. E stiamo parlando del «tempo di parola» quotidiano tra tutti i telegiornali.
Curioso notare che i tg della Rai e quelli di Mediaset si sono regolati più o meno alla stessa maniera mentre, fino a ora, a garantire meglio la par condicio tra i competitori è stata La7. Se invece vogliamo trovare un modello assoluto di non-informazione sul tema Pd, diamo un’occhiata ai dati di Studio Aperto. Che ha dato la parola (nei 71 giorni) per 19 secondi a Franceschini, per 16 secondi a Marino e mai, nemmeno per un secondo, a Bersani.
l’Unità 27.09.09