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Via libera al Senato per lo scudo fiscale, Finocchiaro: “Più onesto il Cartello di Medellin”

Via libera dal Senato al pacchetto di modifiche al dl anticrisi che contiene l’allargamento dello scudo fiscale, con l’inclusione del falso in bilancio. Il Pd in dissenso non ha partecipato al voto, a favore Pdl, Lega, contro hanno votato Udc ed Idv con l’eccezione di Luigi Li Gotti che in dissenso dal gruppo dipietrista non ha partecipato alla votazione. Il provvedimento passa ora alla Camera che lo dovrà approvare entro il 3 ottobre, giorno della scadenza.

«Era più onesto il cartello di Medellin. Si è presentato con i suoi capi, con nome e cognome, al Governo colombiano per offrirgli di far rientrare i capitali dall’estero e aiutare così il bilancio pubblico. Il Governo colombiano non accettò. Ma da noi no. In violazione di tutte le norme si fanno rientrare capitali sulla cui costituzione nessuno indagherà mai e si garantisce l’anonimato», è stato il commento della presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, che ha definito il provvedimento sullo scudo fiscale ampliato «una vera porcata».

Protesta dell’Italia dei Valori nell’Aula del Senato. Una decina i cartelli comparsi fra i banchi dei senatori con slogan alternati: «Governo antitaliano» e «Mafiosi e evasori ringraziano». Il gruppo dell’Italia dei Valori contesta in particolare lo scudo fiscale allargato.

«Nessun commento. Quando mi sarà trasmesso il testo da promulgare, approvato dal Parlamento, valuterò le eventuali novità », ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano in merito alla norma appena approvata.

Il Pd si è intanto rivolto alla Commissione europea perché verifichi la compatibilità del disegno di legge sullo scudo fiscale con la normativa Ue. L’eurodeputato del Pd Gianluca Susta, vicepresidente del gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo e membro della Commissione europarlamentare Affari economici e monetari, ha presentato un’interrogazione all’esecutivo comunitario. In particolare Susta sottolinea che il dl in esame assicura «un elevato grado di segretezza, essendo preclusa espressamente la possibilità per l’amministrazione finanziaria di venire a conoscenza di dati e notizie relative all’attività oggetto di emersione». E rileva che la normativa «si configura come un’amnistia surrettizia di alcuni reati fiscali e valutari, tra i quali il falso in bilancio e la falsa dichiarazione». In questo contesto, Susta chiede a Bruxelles di verificare se l’Italia «venga meno agli obblighi comunitari di cooperazione e scambio di informazioni nella lotta antifrode fiscale»; se «la normativa in approvazione al Parlamento italiano, contenuta nel DL succitato, indebolisca l’efficacia dello strumento di ‘risk analysis’ concordato in sede internazionale»; se «la normativa in oggetto, che un’iniziativa parlamentare intende estendere anche al falso in bilancio e alle false dichiarazioni, non si sostanzi in una non sanzionabilità, nè amministrativamente nè penalmente, di forme di evasione dell’Iva con un indiretto svantaggio per il bilancio comunitario».
da L’Unità.it, 23.09.09

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