Giorno: 21 Settembre 2009

“Professionisti 300 mila a rischio”, di Isidoro Trovato

Da Norman Foster a Bonelli, Erede, Pap­palardo. Gli studi pro­fessionali subiscono un duro contraccolpo dalla cri­si economica internazionale. Una flessione che ha intacca­to ricavi e occupazione. In Ita­lia le stime del Cup (Comitato unitario degli ordini e dei col­legi professionali) per il 2009 prevedono quasi 300 mila po­sti di lavoro persi da liberi pro­fessionisti a partita Iva che non possono contare su am­mortizzatori sociali o misure di tutela straordinarie. Specia­listi che dovranno riconvertir­si, sperimentare altri settori o addirittura cambiare lavoro. Ad accusare il colpo ci sono nomi illustri ma soprattutto una miriade di piccole realtà che nel 2008 hanno guadagna­to, in media 15 mila euro in meno, hanno dovuto ridurre il budget destinato alle consu­lenze e alle risorse umane, quindi tagliare contratti e po­sti di lavoro. La caduta del mattone Tra le categorie più colpite gli architetti, legati a doppio fi­lo alla crisi dell’edilizia, al pun­to che firme di primo piano co­me l’olandese Erick Van Ege­raat chiude il suo studio mila­nese dopo lo stallo del proget­to Milanofiori. Turbolenze an­che per qualche grosso studio italiano, come …

“Ma Barack ci ama o non ci ama?”, di Lucia Annunziata

L’elezione di Obama, nonostante i toni di grande riconciliazione, ha inserito una sorta di disagio nelle vene dell’Alleanza atlantica, quale mai sperimentata prima. Con il presidente Bush questi rapporti fra le due sponde erano infatti non idilliaci ma chiari. Con il nuovo inquilino della Casa Bianca, il perfetto contrario: idilliaci ma non chiari. La prevedibilità, la nettezza di posizioni del presidente repubblicano sulla guerra preventiva e la negazione del multilateralismo sono state sostituite dall’amichevolissimo ma illeggibile e per molti versi distaccato rapporto con Obama. Proprio in questi giorni, due grandi eventi hanno portato a galla l’incertezza. L’accelerazione della guerra in Afghanistan, di cui i morti italiani sono insieme il prodotto e il simbolo; e la cancellazione dello scudo spaziale antirusso, i cui siti sono stati collocati finora in Polonia e in Repubblica Ceca. Entrambe le circostanze hanno messo in fibrillazione gli europei. Il lutto italiano è solo l’ultimo di una serie che fa ormai parlare i Paesi europei della necessità di rivedere la missione in Afghanistan – ma questi dubbi sbattono contro un’accelerazione dell’impegno in …