«Con iscritti e primarie il PD funziona», di Carlo Rognoni
RITORNO ALLA BASE. E’ vero, si chiedono un inusuale sforzo di riflessione e un’assunzione di responsabilità. Ma questo è il sale della democrazia Ancora una settimana e gli iscritti al Partito democratico avranno fatto e finito la loro parte: indicare i candidati alla segreteria del partito da sottoporre al voto delle primarie del 25 ottobre. Già perché non sono gli iscritti a scegliere il prossimo segretario del Pd. Non spetta a loro per le regole che il Pd si è dato. A loro tocca solo una prima indicazione: chi secondo loro è giusto che venga sottoposto al giudizio dei popolo delle primarie? Ed è quel popolo che è fatto soprattutto di non iscritti che sceglierà il prossimo segretario del Pd. Qualcuno parlando di queste regole ne ha attribuito l’invenzione a una specie di dottor Stranamore della politica. In realtà è uno dei più grandi esperimenti di democrazia al quale milioni di persone sono invitati a partecipare. E quelle che potrebbero sembrare davvero regole inutilmente complicate per un partito solido e strutturato, per il Pd che …