Nessuno sia solo e senza dignità nella malattia, nessuno sia solo e senza dignità nelle fase finale della vita, nessuno subisca il dolore di una malattia quando può essere evitato. Questi sono gli obiettivi delle cure palliative e delle terapie anti dolore. In Italia ci sono 250.000, di cui 10.000 bambini adolescenti. 160.000 sono malati oncologici e 90.000 affetti da altre patologie. Solo il 40% dei malati oncologici e solo 1% di quelli non oncologici ha accesso alle cure palliative. Il 25% della popolazione vive una malattia cronica con dolore acuto che diventa così malattia nella malattia. Poche sono però le persone che accedono alle terapie antalgiche. Siamo gli ultimi in Europa per l’uso di farmaci antidolore.
È dunque molto importante la legge votata all’unanimità alla Camera e da noi tenacemente voluta Disposizioni per la promozione delle cure palliative e delle terapie del dolore. Essa definisce l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore come un diritto per assicurare la dignità della persona e come una presa in carico complessiva della persona nella sua dimensione fisica, psichica e spirituale.
La legge si propone di realizzare due diritti fondamentali: la libertà di scegliere il luogo in cui concludere la propria vita, sia essa la casa, l’hospice, l’ospedale, la casa di riposo; la continuità di cura, per assicurare tutto il percorso di avvicinamento alla morte una presenza costante di operatori competenti. Questi due diritti sono resi possibili attraverso la costruzione di una rete di servizi e prestazioni dotata di un team multidisciplinare che costituiscono «i livelli essenziali di assistenza sociali e sanitari». La legge dedica inoltre molta attenzione alle cure palliative pediatriche e prende in carico tutti i malati terminali non solo quelli oncologici. È prevista inoltre la semplificazione della prescrizione dei farmaci anti dolore con il superamento del «ricettario speciale» e il passaggio nella farmacopea di principi attivi cannabinoidi che sono importanti per lenire il dolore di malattie come la sclerosi laterale amiotrofica e la sclerosi multipla. Ci dispiace che il governo e la maggioranza non abbiano accettato un altro punto fondamentale da noi posto per cui ci siamo tenacemente battuti: il riconoscimento della professionalità degli operatori che hanno maturato sul campo lavorando negli hospice e nelle strutture, di cure palliative. E la mancata definizione di una specializzazione medica post laurea.
Infine, la questione delle risorse che restano ancora insufficienti. Tuttavia un importante risultato essere riusciti a strappare attraverso una forte battaglia, 150 milioni di euro annui per il prossimo triennio alla promozione delle rete delle cure palliative e delle terapie antidolore.
da L’Unità
Pubblicato il 20 Settembre 2009