Ho passato un pessimo inverno e una pessima estate, come tutti i precari della scuola. Prima la certezza che i terribili tagli annunciati da questo Governo sulla scuola statale, si erano veramente abbattuti sul diritto allo studio dei nostri ragazzi e su tutti noi, sulle nostre vite, sulle nostre famiglie, camuffando il tutto come “riforma” della scuola, quando in realtà di altro non si tratta che di taglio della spesa pubblica ai danni dell’istruzione, cioè del futuro del nostro Paese! Poi la consapevolezza di non avere più il lavoro o di averlo ancora per un solo anno!
In questi giorni si sta quantificando il danno a livello occupazionale, quello sul piano del diritto allo studio dei nostri ragazzi lo inizieremo a vedere nei prossimi giorni, e le conseguenze, se il Governo non rivedrà le sue posizioni, le pagheremo per anni! Ma che Paese può essere un Paese in cui non si investe sull’istruzione? Perché questo Governo non risponde a questa semplicissima domanda?
E’ sotto gli occhi di tutti che i precari della scuola si stanno mobilitando in tutto il Paese. Stanno lottando per la difesa del loro posto di lavoro e per la qualità della scuola statale. Due cose che non possono che stare insieme.
Io sono una di quelle decine di miglaia di docenti che, insieme a tutto il personale della scuola, sta verificando sulla propria pelle l’entità dei tagli. E dire che sono una privilegiata perché comunque ho avuto la fortuna di prendere un incarico annuale fino al 30 giugno sulla penultima cattedra a disposizione nella mia provincia, Frosinone, classe di concorso A043, italiano, storia e geografia nella scuola media, una delle classi di concorso su cui i tagli hanno avuto maggiore effetto. E dire che lo scorso anno sarei dovuta diventare di ruolo, e dire che sono la settima in graduatoria. E tutti i miei colleghi che sono rimasti senza lavoro? Forse il ministro Gelmini avrebbe dovuto vedere le espressioni dei loro volti, forse dovrebbe sapere l’angoscia che stanno provando in questi i giorni. Sapere che non si lavorerà, che non si potrà stare in classe con i ragazzi… E’ il nostro mondo che ci sta crollando adosso.
E’ per questo che stiamo scendendo in piazza, per far sentire la nostra voce, per difendere il nostro mondo. E’ per questo che sabato mattina ho manifestato insieme ai miei colleghi e al personale ata della mia provincia sotto il palazzo della prefettura. E’ per questo che oggi insieme ad altri colleghi di Frosinone sono venuta a manifestare sotto l’ufficio scolastico provinciale di Roma. Ci tenevamo a portare la nostra solidarietà ai coraggiosi precari romani che da venerdì lo hanno pacificamente occupato. E’ per questo che insieme a loro, con il sostegno di forze politiche dell’opposizione, della Flc Cgil e dei Cobas scuola, ho sfilato in corteo fino al Miur! Siamo arrivati in tanti a far sentire il nostro grido di protesta al ministro Gelmini. E non finisce qui! In tanti sono rimasti lì, sotto il ministero, con l’intenzione di passarci la notte e i giorni e le notti che verranno e tante altre iniziative sono previste nei prossimi giorni… a Roma e in tutto il Paese! Non smetteremo di far sentire la nostra voce!
da Retescuole
Pubblicato il 7 Settembre 2009