Giorno: 7 Settembre 2009

“Crisi e occupazione, prove di disgelo tra Marcegaglia e Epifani”, di Laura Matteucci

Prima il vis-à-vis con la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che ne uscirà parlando di «incontro costruttivo». Poi il clima disteso del pranzo lungo e informale con il ministro Giulio Tremonti, insieme ad Enrico Letta. A Cernobbio, l’ultima giornata del workshop Ambrosetti il segretario della Cgil Guglielmo Epifani la passa da protagonista: incassa commenti fino a ieri inaspettati: «Il suo intervento mi è parso molto responsabile e molto interessante», dice a sorpresa il mai tenero Tremonti. «Nonostante l’accordo separato sulla riforma contrattuale, in questi mesi la Cgil ha sempre avuto un atteggiamento responsabile», rincara la dose Marcegaglia. Qualcosa è cambiato ai vertici dei poteri che governano il paese: qualcuno deve aver capito che una fase come questa non si governa senza il più grande sindacato italiano, che la spinta centrifuga nata dalla crisi può finire per travolgere tutti allo stesso modo, e che «affrontare la crisi uniti conviene a tutti», dice Epifani. «Ho chiesto a Confindustria – continua – di impegnarsi di più sulla crisi, sull’occupazione e sulla fiscalità per il lavoro dipendente. Certo, quello …

“Concorsi, aggirata la riforma”, di Flavia Amabile

L’ira dei ricercatori: ‘Ma quale meritocrazia? Dalla Gelmini solo promesse’ Però alla fine rettosauri e baroni la spuntano sempre. Da un anno il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini parla di merito, di lotta alle rendite di potere. Lo scorso dicembre è riuscita a modificare le norme per le selezioni, promettendo migliaia di posti da ricercatore in più e tanta meritocrazia. In realtà non ha ancora nemmeno avviato le procedure per formare le commissioni dei concorsi dal 2008 in poi. «Da due anni le selezioni sono bloccate», denuncia l’Apri, l’Associazione precari della ricerca italiani. Le regole ignorate Non del tutto. Alcune sono partite, l’Apri le ha esaminate e stilato una classifica per nulla lusinghiera: su 26 atenei dove stanno per avere il via i concorsi da ricercatore solo 12 sono promossi per aver rispettato le regole della riforma Gelmini. Gli altri hanno fatto di testa loro. Nella sua legge il ministro aveva previsto il sorteggio delle commissioni tra rose di eletti e eliminato le prove scritte ed orali, in passato usate spesso dai commissari per favorire alcuni …

“A chi è in mutande ora offrono gli utili futuri”, di Bruno Ugolini

E’ un’Italia che stenta ad apparire. È quella degli insegnanti precari che ad esempio a Roma una bella mattina si sono messi in mutande. Oppure quella di altri professori che a Benevento hanno trascorso giorni e notti su un terrazzo. È l’Italia dell’operaio Guido di Imola che a nomedi tutti i suoi compagni dellaCNH(CaseNewHolland) ha scelto lo sciopero della fame. Mentre altri operai salivano sui tetti della Esab saldature di Mesero, nel Milanese. Simili, inusuali forme di lotta alla Vallecrati di Cosenza o, nelle Marche, alla Cobrim e alla Novico. Per finire con la Montefibre di Acerra. È il diffondersi d’iniziative, alla disperata ricerca di visibilità. Quasi fossero spinti dai suggerimenti di Videocracy, il documentario presentato a Venezia da Erik Gandini: «Basta apparire ». Altri lavoratori seguono strade più tradizionali come nel gruppo Tecnosistemi o alla Lasme di Melfi o alla Metalli Preziosi e alla Lares nel Milanese. C’è molto silenzio attorno a questa parte del Paese. Èanche il frutto della campagna del premier per condizionare la stampa. Una gigantesca distrazione di massa, concentrata sui …

“Il ministro e lo stregone”, di Tito Boeri

Adesso capiamo perché il nostro ministro dell´Economia evoca così spesso gli stregoni. Il suo stile di governo ricorda da vicino quello del mago di Oz. Il mago di Oz era un pallonista (non necessariamente nel senso di contaballe quanto di guidatore di mongolfiere), trascinato da un ciclone (non è esattamente la stessa cosa di un grande ciclo economico negativo), su territori fino ad allora inesplorati. Oz era riuscito a convincere il popolo, che lo aveva visto scendere dal cielo su di un pallone, di essere un mago. Sarebbe stato in grado di proteggere le loro enormi ricchezze dalle streghe che popolavano ad ogni punto cardinale quelle lande. Si erano convinti di essere molto ricchi perché il «mago» li aveva costretti a indossare occhiali verdi, in grado di trasformare ai loro occhi i sassi in smeraldi. Non passava giorno che il Mago non se la prendesse con qualche strega, tranne che, curiosamente, con quella del Nord. Spingendo tutti a pensare alle streghe, riusciva a nascondere il fatto di non avere quelle capacità che gli venivano così …