Il nodo delle alleanze coinvolge sempre più la campagna congressuale del Pd.
Se ne occuperà, tra l’altro, oggi la prima riunione della segreteria dopo la ripresa estiva, convocata dall’attuale leader Dario Franceschini, parteciperanno anche i suoi concorrenti alla guida del partito, Pier Luigi Bersani e Ignazio Marino.
Infatti oltre alla politica di opposizione del Pd, si discuterà anche delle alleanze e della scelta dei candidati “governatori” per le regionali del prossimo anno. Il tema è divenuto ancor più d’attualità dopo che domenica Marino alla festa del Pd di Genova aveva dichiarato: «Non vogliamo alcun voto dall’area di Totò Cuffaro». «Non era così che si comportava», ha replicato Cuffaro, quando Marino «veniva a chiedere alla Regione siciliana, che allora presiedevo, protezione contro quei cattivoni americani che volevano silurarlo constestandogli l’incasso di rimborsi gonfiati».
Comunque una risposta al parlamentare-chirurgo sono suonate all’interno del Pd le parole di Piero Fassino, coordinatore della mozione di Franceschini: «Le alleanze si costruiscono a partire da una piattaforma politico-programmatica: non si sceglie per simpatia». «L’Udc per prima non accetta: di stipulare accordi sulla base di alleanze laiciste», ha comunque messo in chiaro il portavoce centrista Antonio De Poli dalla festa del Pd.
Enrico Letta sponsor di Bersani, poi, ha invitato ad aprire nel Pd «un discorso con I Udc», cosa che, secondo lui, «non si sta facendo, per fare passare il tempo e magari poi per dare la colpa all’Udc. Sembra quasi si preferisca stia dall’altra parte».
«Ad ottobre sosterrò Bersani per il bene del nostro partito, perché manca ancora un’identità forte e la capacità: di compiere scelte politiche serie per il Paese», ha intanto ribadito Rosy Bindi.
«Votate liberi scegliete chi vi convince di più, la scelta è troppo importante: per prenderla in base a quello che vi dice qualcuno: del partito», ha in ogni modo sostenuto Franceschini, chiedendo di «garantire che il 26 ottobre, chiunque abbia vinto», siano «tutti a sostenere il segretario».
da Avvenire
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