«Io sono un immigrato», di John Fitzgerald Kennedy
Un testo di John Kennedy, pubblicato per la prima volta in Italia, racconta la via crucis dei migranti. Parole di mezzo secolo fa che sembrano scritte oggi L´11 maggio 1831 Tocqueville, giovane aristocratico francese, sbarcò nel caotico porto di New York. Aveva attraversato l´oceano per cercare di capire le implicazioni che il nuovo esperimento democratico in corso sulla sponda opposta dell´Atlantico avrebbe avuto per la civiltà europea. Per i successivi nove mesi, Tocqueville e il suo amico Gustave de Beaumont percorsero in lungo e in largo la parte orientale del continente, da Boston a Green Bay, da New Orleans fino al Québec, alla ricerca dell´essenza della società americana. Tocqueville rimase affascinato da ciò che vide. Fu sbalordito dall´energia delle persone che stavano costruendo una nuova nazione, apprezzando le nuove istituzioni e gli ideali politici. Ma, sopra ogni cosa, rimase impressionato dallo spirito di uguaglianza che permeava la vita e le usanze di quella gente. Pur nutrendo qualche riserva verso alcune manifestazioni di quello spirito, riuscì a scorgerne i meccanismi in ogni aspetto della società americana: …