Mese: Agosto 2009

“Jerry Masslo, 20 anni «immobili» di schiavitù delle braccia nere”, di Alessandro Leogrande

Vent’anni fa, in quella calda estate che precedette la caduta del Muro di Berlino, il barbaro omicidio di Jerry Masslo produsse uno spartiacque nella percezione del razzismo e del «lavoro migrante» in Italia. Un fremito scosse il paese. Il 28 agosto i funerali furono trasmessi dalla Rai; il 20 settembre in Terra di Lavoro fu organizzato il primo sciopero «nero» contro i caporali legati alla camorra; il 7 ottobre un corteo di oltre 200 mila persone sfilò per le strade di Roma. Dopo l’assassinio sorsero e si moltiplicarono le prime associazioni antirazziste e si arrivò, nel 1990, alla legge Martelli sull’immigrazione. Da allora altre leggi (non sempre migliori) sono state promulgate fino alle nefandezze del recente «pacchetto sicurezza», mentre l’universo degli immigrati in Italia è profondamente mutato. Vista da questa prospettiva, il 1989 può apparire un’epoca lontana. Eppure non lo è, perché dopo la morte di Jerry Masslo altri braccianti stranieri sono stati uccisi come lui. Le nostre campagne si sono globalizzate. Da Villa Literno a Castelvolturno, da Orta Nova a Cerignola, da Vittoria a …

“Sui contratti la cgil sarà a tutti i tavoli”, di Alessandro Barbera

Ci sono i segnali di ripresa e la disoccupazione che aumenta. I banchieri centrali ottimisti e i manager tedeschi che ammettono candidamente di attendere l’esito delle elezioni in Germania per ristrutturare le aziende. Per spiegare il momento che attraversa l’economia Guglielmo Epifani usa la metafora del pozzo: «Quello in cui siamo caduti è profondo cento metri. Siamo arrivati in fondo, ma prima di tornare all’aperto passeranno anni». Il segretario della Cgil ci tiene a dire che fino a quel momento la sua organizzazione «farà la sua parte e avanzerà le sue proposte» per evitare ulteriori contraccolpi sul Paese. «Senza ideologismi», a partire dalla trattativa sugli imminenti rinnovi contrattuali che tanto preoccupano il leader della Cisl Raffaele Bonanni: «Può stare tranquillo, non siamo intenzionati ad abbandonare nessun tavolo. Si facciano dei buoni contratti nazionali, e vedrà che ne avranno un beneficio anche le intese aziendali». Eppure Confindustria, governo, Cisl e Uil vi rinfacciano ancora di non aver firmato l’accordo la scorsa primavera. «Non siamo mai stati ideologicamente contrari ai contratti di secondo livello. Tutti sanno i …

“Liberiamo il futuro. Franceschini alla festa PD”, di Marco Laudonio

Dario Franceschini debutta da segretario alla festa del partito Democratico nazionale, a Genova. Ma non è il comizio finale, a ottobre ci saranno le primarie e Franceschini si fa intervistare da Gianni Riotta, mentre in settimana sarà il turno di Bersani e Marino. Ingresso in sala sulle note di “Pane e coraggio” di Ivano Fossati, canzone dell’artista genovese centrata sui migranti, e l’intervista parte proprio dal racconto della giornata in Liguria. Un incontro con i suoi comitati, ad Omegna, e poi una giornata scandita da simboli e memorie da non dimenticare: “Dobbiamo guardare la futuro e deciso dove vogliamo andare non possiamo perdere le nostre radici”. Per questo ha fatto tappa d Albenga, dove i nazisti hanno ammazzato 59 persone, poi a Villa Migone con il presidente dell’ANPI, dove i nazisti firmarono la resa nella mani di un comandante partigiano, e infine nel convento dove è stato composto e suonato per la prima volta l’inno di Mameli. E lancia il monito: “Non c’è nulla di più pericoloso per una democrazia che vedere messi in discussione …

“Quale unità d’Italia celebriamo”, di Gian Enrico Rusconi

Assisteremo alla monetizzazione della celebrazione dell’anniversario dell’unità d’Italia. «Quanto ci costerà?» – è la domanda-chiave del governo. Non si chiede «che cosa esattamente dovremo celebrare?». Questa domanda infatti rischierebbe di mettere in crisi il governo, ben più seriamente dei comportamenti del premier. Il leghismo, sicuro della propria impunità, continuerà la sua recita anti-italiana grazie anche ad un sistema mediatico senza spina dorsale. Nell’attuale clima politico la Lega non ha più nulla da temere, neppure dai rappresentanti dell’ex Alleanza nazionale, che si limitano a fare battute imbarazzate, pur di non mettere in difficoltà il governo cui sono attaccatissimi. Sono passati quindici anni da quando ci siamo interrogati se non fossimo sul punto di «cessare di essere una nazione». Da allora, apparentemente non è successo nulla. In realtà il processo è andato avanti sotterraneamente, ma la questione di fondo è stata congelata, elusa. Certo: il linguaggio pubblico «politicamente corretto» ha adottato un tenue vocabolario patriottico. E’ tornata in onore la bandiera nazionale. Ma niente di impegnativo. In tutti questi anni la cultura politica ha mancato di affrontare …

“Pubblica amministrazione bocciata in trasparenza”, a cura di Francesca Milano e Gianni Trovati

«Potrei parlare per ore senza dire nulla». Arnaldo Forlani se ne vantava come di una qualità vincente per un leader della prima repubblica, ma la sua lezione torna utile anche oggi. L’ultimo esempio arriva dall’attuazione (si fa per dire) delle nuove norme sulla trasparenza, che imporrebbero a tutte le pubbliche amministrazioni di pubblicare su internet stipendi e curricula dei dirigenti insieme ai tassi di assenza del personale. Dalle parti della politica, quasi tutti hanno scelto di seguire il motto del segretario democristiano, inondando i siti ministeriali di dichiarazioni sulla «casa di vetro» della pubblica amministrazione. Di dati, però, nemmeno l’ombra. Eppure la norma non lascia spazio a interpretazioni soggettive. In vigore dal 4 luglio (è l’articolo 21 della legge 69/2009), obbliga tutte le pubbliche amministrazioni centrali e locali a mettere sul sito buste paga, curricula, e-mail e recapiti telefonici dei dirigenti, mentre per i dipendenti sono richiesti i tassi di assenza mensili, divisi per ufficio. La prima risposta degli uffici pubblici è stata il silenzio (come mostrato sul Sole 24 Ore del 13 luglio), e …

“I punti variabili della xenofobia”, di Bruno Ugolini

Sono quelli incaricati di far progredire cure e medicine per la nostra salute, ovvero la ricerca scientifica dentro il servizio sanitario nazionale. Lavorano in strutture importanti come l’Istituto dei tumori di Milano e l’Istituto Gaslini di Genova. Ovverosia i diciotto IRCCS (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico). Sono in gran parte precari e hanno dato vita ad un sito:www.precariirccs.org. Rappresentano duemilacinquecento ricercatori senza posto fisso e con stipendi non oltre i due mila euro. Hanno mandato, via Internet, una missiva a Renato Brunetta Il ministro che ha contato i precari pubblici sostenendo che in definitiva sono pochissimi ma dimenticandosi, per esempio, proprio di loro. Un censimento, hanno scritto, che ha escluso i lavoratori con contratti Co.Co.Co. e a progetto, le borse di studio, le notule, le partite IVA, i contratti di somministrazione. Così un grande numero di lavoratori sono cancellati e allontanati dai percorsi di stabilizzazione-assunzione. Senza tener conto del merito e della «quotidiana dimostrazione di saper fare il proprio lavoro». Nel sito dell’IRCCS compare anche una testimonianza pubblicata da «Il Sole-24 ore» …

“5 risposte da Lino Paganelli”, di Marco Bucciantini

1.La battuta Si è avvicinato un giornalista, mi ha chiesto sull’opportunità di invitare anche Berlusconi. Ho risposto: «Questa è una Festa, non un festino». Mi è venuta così, sono toscanaccio di Lamporecchio, abbiamo la battuta pronta. 2.I ministri Non verranno per quella frase? È una reazione esagerata, politica, pretestuosa: hanno cercato il modo di uscire di scena. La porta è aperta, il Pd ha fatto gli inviti, vuole discutere con tutti. 3.La controbattuta Non abbiamo offeso nessuno, non dobbiamo scusarci. Ai ministri dico: venite qui. Fa bene stare in mezzo alla gente, parlare con il Paese vero, confrontarsi con i problemi. 4.Il successo Ho visto il tributo su Facebook per le mie parole. Beppe Grillo l’ha riconosciuta come l’unica frase di sinistra ascoltata negli ultimi 25 anni: ecco, questa del comico è una vera battuta… molto più delle stanche interviste ai giornali e alle tv. 5.Festa o sfida? Questa è la Festa del Pd, non è un congresso dove misurare le forze. Lo sforzo dei tre candidati dev’essere quello di parlare con i cittadini. Questo …