Giorno: 31 Agosto 2009

“L’Aquila, per la ricostruzione in campo aziende a rischio mafia”, di Attilio Bolzoni e Giuseppe Caporale

C’è chi ce l’ha nonostante certe pericolose amicizie. C’è chi non ce l’ha e vorrebbe tanto averlo. C’è chi l’ha perso. C’è chi l’ha conquistato in extremis. C’è chi ancora lo aspetta con ansia. Tutti dicono che oramai è solo un pezzo di carta straccia ma tutti ne hanno maledettamente bisogno. Nell’Abruzzo della ricostruzione va in scena il balletto dei certificati antimafia. È l’altra faccia della rinascita dell’Aquila, quella più nascosta. È la corsa per conquistare un titolo ufficiale di antimafiosità, l’attestato di «buona condotta» che fa muovere ruspe e movimentare terra, scaricare calcestruzzo, montare infissi, piantare pali, costruire case e casette. Senza di quello – il certificato – non si fanno affari e non si fanno soldi fra le macerie del terremoto. Le chiamano «verifiche»: sono gli accertamenti antimafia. «Fatti o da fare sono più di 300», confida un investigatore. Ditte siciliane e marsicane, ditte calabresi e pugliesi e napoletane. E poi ditte con sede sociale al Nord intestate a figli o a nipoti di personaggi con radici nel mondo criminale, mafiosi o camorristi …

“Il Giappone cambia dopo 50 anni”, di Boris Biancheri

Gli incalzanti sondaggi pubblicati nelle ultime settimane dai grandi giornali di opinione dicevano dunque il vero; le previsioni degli osservatori politici rispondevano dunque alla realtà. Ieri, ancor prima che cominciasse lo spoglio delle schede, i quotidiani giapponesi avevano pubblicato delle fotografie significative dei due leader rivali: quella di Taro Aso, il primo ministro liberaldemocratico uscente, con le labbra serrate e il viso aggrondato; quella di Yukio Hatoyama, il leader democratico, con un largo sorriso sul viso rassicurante e ottimista. Per la prima volta in più di cinquant’anni – con l’insignificante parentesi di un esperimento di coalizione durato pochi mesi – il Partito liberaldemocratico, che ha segnato la trasformazione del Giappone postbellico e la creazione di una potenza economica seconda solo a quella americana, esce di scena e l’opposizione storica prende il potere. Il margine della vittoria le assicura piena capacità di governare. E’ naturale, di fronte a un capovolgimento politico di questa ampiezza, ricercarne le cause nella crisi economica e finanziaria che ha sconvolto il mondo da un anno a questa parte. E non c’è …

“I muri che nutrono la nostra paura”, di Michela Marzano

Il clima d´intolleranza che serpeggia oggi in Italia è sintomo di una società che ha paura e che, non sapendo bene come arginarla, si trincera dietro un magro numero di certezze, chiudendosi su se stessa e rifiutando l´Altro. Una parte sempre più grande dell´opinione pubblica resta infatti indifferente di fronte alle violenze che subiscono coloro che parlano un´altra lingua, che vengono da un´altra cultura, che hanno un orientamento sessuale differente o che si allontanano dalla morale convenzionale e dalle tradizioni locali. Che si tratti degli extracomunitari o degli omosessuali, l´atteggiamento più diffuso è chiudere gli occhi e far finta di niente. E, quando se ne parla, spesso si minimizza o si altera la realtà. «Non c´è assolutamente un´escalation di violenza contro i gay. Roma è una città tollerante», dichiara il 27 agosto Gianni Alemanno, come se l´attentato incendiario alla discoteca gay del Muccassassina, appena quattro giorni dopo l´agguato omofobo dell´Eur, non meritasse un serio dibattito sulla necessaria protezione delle minoranze. «La legge italiana sull´immigrazione e i respingimenti non sono un atto di razzismo, ma di …

“Dove è finita l’informazione”, di Edmondo Berselli

Esploso in questi mesi come una battaglia di verità, davanti alle contraddizioni e alle bugie del premier, lo scandalo Berlusconi diventa oggi un problema di libertà, come sottolineano tutti i grandi quotidiani europei, evidenziando ancor più il conformismo silente dei giornali italiani. Prima la denuncia giudiziaria delle 10 domande di “Repubblica”, un caso unico al mondo: un leader che cita in giudizio le domande che gli vengono rivolte, per farle bloccare e cancellare, visto che non può rispondere. Poi l’intimidazione alla stampa europea, perché non si occupi dello scandalo. Quindi il tentativo di impedire la citazione in Italia degli articoli dei giornali stranieri, in modo che il nostro Paese resti all’oscuro di tutto. Ecco cosa sta avvenendo nei confronti della libertà di informazione nel nostro Paese. A tutto ciò, si aggiunge lo scandalo permanente, ma ogni giorno più grave, della poltiglia giornalistica che la Rai serve ai suoi telespettatori, per fare il paio con Mediaset, l’azienda televisiva di proprietà del premier. È uno scandalo che tutti conoscono e che troppi accettano come una malattia cronica …