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«Non è una riforma. È una buffonata», di Andrea Draghetti

“Per sconfiggere la mafia, Falcone ricordava che non serve un esercito nelle strade ma un esercito di insegnanti nelle scuole”. Giuseppe Fioroni partecipa alla Festa Democratica di Genova.

“Questa non è una riforma ma una buffonata che le famiglie bocceranno” così Giuseppe Fioroni durante il dibattito sulla Scuola che si è svolto alla Festa Democratica nell’appuntamento quotidiano con le Parole Democratiche. A parlare di istruzione, oltre a Fioroni erano presenti sul palco anche il segretario generale dell’Ugl, Renata Polverini, il direttore di Studio Aperto, Mario Giordano, il cantautore-professore Roberto Vecchioni e Teodoro Andreadis, giornalista di origini greche.
Intervistati da Laura Cannavo del Tg5 i relatori hanno discusso delle parole chiave che si susseguivano sul videowall della sala: “riforma”, “tagli”, “tempo pieno”, “asili nido”, “edilizia”, “università”.
La riforma voluta dal Ministro Gelmini, ha dichiarato Fioroni, rientra nella consuetudine di tutte le ultime legislature e nelle “smanie” dei ministri dell’Istruzione di voler riformare un istituto in grande difficoltà facendo sempre lo stesso errore di base: ricominciare da capo, cancellando tutto il lavoro svolto dal titolare del dicastero precedente. “Così facendo – ha dichiarato Fioroni – non si riesce mai a dare certezze agli studenti e non si riesce a far scattare la scintilla del Sapere che è data dall’incontro tra lo studente-persona il docente-persona”.

Il governo Prodi aveva provato a riformare la Scuola partendo con alcune profonde e radicali modifiche dell’istituto, adottando il Quaderno Bianco contenente norme che avevano il principale scopo di dare una risposta concreta al problema del precariato e del reclutamento del corpo insegnanti. Per il ministro Fioroni il problema di allora è ancora attuale: bisogna prima chiudere le graduatorie permanenti e quindi introdurre un sistema di graduatorie a esaurimento.

La questione del precariato sollevata da Fioroni ha trovato una immediata sponda in Renata Polverini che ha ricordato come la riforma voluta dalla Gelmini e la recentissima integrazione con i requisiti minimi per il corpo docente per poter insegnare, non danno ancora nessuna certezza anzi, hanno alimentato l’esercito di precari imbevuti di promesse non mantenute. “Ma la scuola va avanti nonostante le voglie dei ministri di riformare tutto daccapo. E va avanti soprattutto grazie al corpo docenti che è capace di arrangiarsi. La Scuola richiede davvero risposte bipartisan per un sistema che dia la possibilità d’accesso in base alle reali capacità degli alunni”.

Anche per Mario Giordano la necessità di raggiungere una riforma bipartisan evitando di ricominciare daccapo ogni volta è impellente, ma “bisogna farla davvero” senza il solito ostracismo dell’opposizione di governo. “Gli studenti italiani – ha dichiarato il direttore di Studio Aperto che da poco ha scritto un libro sulla scuola italiana – sono molto indietro rispetto agli studenti europei. È ovvio salvaguardare i precari ma la scuola va fatta per gli studenti e non per gli insegnanti. Non la si deve trasformare in un ammortizzatore sociale”.

Un affermazione, quest’ultima, che ha fatto surriscaldare gli animi della platea e che ha trovato l’immediata replica da parte di Fioroni. “La scuola non è affatto un ammortizzatore sociale. In Italia se ci sono 200 mila docenti è dovuto al fatto che esistono 6180 comuni con meno di 5 mila abitanti e che i ragazzi di questi paesi hanno tutti, comunque, il diritto allo studio e non rappresentano affatto uno spreco così come non lo sono tutte quelle migliaia di insegnanti che verranno tagliati con la riforma”.

“Ci sono certo delle furbizie – ha continuato – che vanno combattute ma questo non significa affatto che la scuola sia diventata un ammortizzatore sociale, espressione che piace tanto a Tremonti e Gelmini. Per l’Alitalia, per la sua italianità e per i suoi 3000 esuberi venne montato un caso d’emergenza per 4 mesi. Ora la “bad company” è scuola italiana”.

Ci sono state di nuovo opinioni fortemente contrastanti quando Giordano ha voluto evidenziare i dati Ocse che danno dell’istruzione italiana un’immagine davvero pessima, soprattutto per quanto riguarda la scuola nel Mezzogiorno. Per Giordano “avere 10 mila scuole con meno di 50 alunni è uno spreco. Non si può comparare i tempi di scuola con i tempi di istruzione. Solo negli ultimi anni gli insegnanti sono aumentati del 40% contro il dimezzarsi degli alunni, i dati dell’Ocse parlano chiaro”.

La Polverini ha subito chiarito che non si risolleva la scuola con 132 mila tagli e soprattutto non la si migliora con l’atteggiamento tenuto dalla Gelmini che non vuole “né la concertazione con i sindacati né ascoltare i lavoratori del settore. Oltre che occupazionali, sono tagli dell’organizzazione scolastica. Il 90% delle famiglie del Lazio, ad esempio, ha bocciato completamente il “maestro unico”. Molto deve essere rivisto e saranno proprio le famiglie a scegliere, che lo voglia il ministro o meno. E, quindi, toccherà poi a Tremonti rifinanziare gli interventi correttivi”.

“La riforma Gelmini – ha ribadito Fioroni – è stata approvata in nove minuti con la fiducia chiesta dal governo nella passata legge finanziaria. È una riforma voluta da Tremonti per tagliare 8 miliardi di euro sulle spalle dei docenti e con la chiusura degli istituti. Un’operazione di cassa non di cultura. Era possibile, e noi del Pd lo abbiamo proposto, ridurre di mezzo punto il rapporto tra studenti e docenti attraverso un programma pluriennale che eliminava solo i lussi e gli sprechi senza alcun taglio indiscriminato”.
“La riforma è una cosa complicata. Si fa – ha continuato il responsabile Istruzione del Pd – conoscendo ciò che esiste e sapendo cosa si vuole fare. Con la riforma Gelmini non si conosce si uccide e non si fa niente di nuovo”.

Pensare che la scuola di ieri era seria e quella di oggi no, introducendo quindi l’icona del maestro unico è un ragionamento sbagliato. “La scuola elementare italiana – ha dichiarato Fioroni – era tra le migliori al mondo ed è stata distrutta in nome del passato. Il maestro unico è solo una riduzione dei costi fatta senza nessuna riqualificazione del corpo docenti. Anche il fatto che la lingua inglese non venga insegnato da subito quando le capacità di apprendimento dei bambini è maggiore dimostrano che questa non è una riforma ma una buffonata che le famiglie bocceranno. Senza il tempo pieno, cosa faranno i bambini che tornano a casa alle 12.30? Inchiodati davanti alla Tv?”

“Per sconfiggere la Mafia, Falcone – ha chiosato Fioroni – ricordava che non serve un esercito nelle strade ma un esercito di insegnanti nelle scuole”.

da www.partitodemocratico.it