«Lo Stato dovrebbe intervenire per tutelare il diritto allo studio. Da un lato servono provvedimenti e risorse aggiuntive per garantire almeno i libri di testo gratuiti agli studenti che non hanno superato l’età dell’obbligo scolastico, dall’altro lato servono provvedimenti che obblighino le università a rapportare le tasse ai servizi offerti e a esonerare dal pagamento gli studenti meritevoli che hanno un reddito basso».
Questa è la ricetta della senatrice Mariangela Bastico, responsabile nazionale scuola del Partito Democratico, contro il caro studio.
Quest’anno il set completo per la scuola arriverà a sfiorare i 900 euro a studente. Cosa ne pensa?
«Questi rincari sono piombati sulle famiglie italiane nonostante il ministro Gelmini abbia fatto di tutto per limitare le libertà degli insegnanti di scegliere i libri di testo da usare. Si è addirittura parlato di libri scaricabili online. Lo scopo era quello di evitare spese troppo elevate, un obiettivo evidentemente mancato».
Cosa non si è fatto per evitare questi rincari?
«Innanzitutto, bisognava aiutare gli studenti che hanno l’obbligo di andare a scuola fino ai 16 anni d’età con piccoli aiuti alle famiglie. Sarebbe bastato dare i libri gratis a coloro che non superino una certa soglia di reddito. Inoltre, sarebbe utile lavorare alla realizzazione di libri in parte cartacei e in parte su supporto informatico. Ok all’informatizzazione, senza però rinunciare alla carta».
Ma il rincaro non riguarda solo i libri, ma tutto il kit per la scuola.
«In effetti sì. E in questo caso entrano in gioco. Bisogna far comprendere ai figli che i quaderni o lo zaino griffato, quelli più costosi, non sono necessari per essere accettati e non discriminati a scuola. E’ importante educare i bambini, sin da piccoli, a capire che il marchio non è importante».
Il caro studio non ha risparmiato neanche le università.
«Sono convinta che gli atenei debbano rapportare il costo delle tasse ai servizi offerti. Se un’università ha buone biblioteche e laboratori, perché spende di più, è giusto che stabilisca una determinata tassa. Non sono invece d’accordo con le università che chiedono tasse alte solo per coprire i debiti e i buchi di bilancio. In ogni caso, credo che gli studenti meritevoli, e con un reddito basso, debbano essere esonerati dal pagamento».
Il Messaggero, 25 agosto 2009
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