“Pubblica amministrazione bocciata in trasparenza”, a cura di Francesca Milano e Gianni Trovati
«Potrei parlare per ore senza dire nulla». Arnaldo Forlani se ne vantava come di una qualità vincente per un leader della prima repubblica, ma la sua lezione torna utile anche oggi. L’ultimo esempio arriva dall’attuazione (si fa per dire) delle nuove norme sulla trasparenza, che imporrebbero a tutte le pubbliche amministrazioni di pubblicare su internet stipendi e curricula dei dirigenti insieme ai tassi di assenza del personale. Dalle parti della politica, quasi tutti hanno scelto di seguire il motto del segretario democristiano, inondando i siti ministeriali di dichiarazioni sulla «casa di vetro» della pubblica amministrazione. Di dati, però, nemmeno l’ombra. Eppure la norma non lascia spazio a interpretazioni soggettive. In vigore dal 4 luglio (è l’articolo 21 della legge 69/2009), obbliga tutte le pubbliche amministrazioni centrali e locali a mettere sul sito buste paga, curricula, e-mail e recapiti telefonici dei dirigenti, mentre per i dipendenti sono richiesti i tassi di assenza mensili, divisi per ufficio. La prima risposta degli uffici pubblici è stata il silenzio (come mostrato sul Sole 24 Ore del 13 luglio), e …