Giorno: 20 Agosto 2009

“Ma l’emergenza sono le lingue straniere”, di Stefania Giannini*

Caro direttore, il tema caldo di quest’esta­te calda è il dialetto come materia obbli­gatoria nelle scuole d’Italia. Dialetto e approfondite conoscenze di storia e cultura lo­cale per studenti e insegnanti, per rimarcare con penna e calamaio del legislatore quel puzz­le raro e affascinante di differenze e dissonan­ze, anche microscopiche, che compongono l’identità italiana. Nell’Italia del burro, così co­me in quella dell’olio beninteso, si torni a valo­rizzare i tratti autoctoni, a partire dalla lingua. Questo, in estrema sintesi, il messaggio politi­co della Lega di Bossi, che al di là delle esterna­zioni ad effetto, potrebbero diventare disegno di legge in tempi brevi. La serie di proposte as­somiglia sempre più a un vero e proprio proget­to culturale. Doveroso parlarne, quindi, anche fuori dall’arena politica, perché i progetti cultu­rali creano le premesse per la crescita e lo svi­luppo di un paese, oppure per il suo declino. Torniamo alla lingua e ai dialetti. Battaglia di retroguardia o colpo di reni innovativo, a rinfor­zo tattico della visione concreta del federalismo leghista? Il tema è caldo, dicevamo, e molto complesso. Possibile tuttavia, …

“Contro la crisi una terapia d’urto. Meno tasse ai salari”, di Felicia Masocco

Intervista a Cesare Damiano. L’ex ministro del Lavoro: il governo convochi le parti sociali per affrontare la questione del potere d’acquisto delle retribuzioni e delle pensioni Il governo si sforza di «archiviare la crisi, ma la realtà va nella direzione opposta. Gli ultimi dati Ocse sono l’ennesima conferma. Bisogna intervenire». Il responsabile Lavoro del Pd, Cesare Damiano, reclama una «terapia d’urto», con la detassazione di salari e pensioni, l’estensione della 14esima ai pensionati e più ammortizzatori sociali. Invece si parla di gabbie salariali: «Non si tratta di semplice propaganda, c’è un disegno politico preciso». L’Ocse ritocca in negativo il nostro Pil. Ma la crisi non era alle spalle? «No e un esecutivo che non fosse distratto farebbe suonare l’allarme di fronte a un autunno che si preannuncia estremamente pesante per l’occupazione e la produzione». Oltre all’allarme, che cosa in concreto? «Va messa in cantiere una terapia d’urto per far reagire il paese. Chiediamo che il governo convochi le parti sociali per affrontare la questione del potere d’acquisto delle retribuzioni e delle pensioni. Una parte delle …

“A sorpresa l’inno di Mameli, poi il voto”, di Michele Ainis*

Ventidue dicembre 1947. È pomeriggio. Dinanzi a Montecitorio, sotto la scalinata, va addensandosi una piccola folla trepidante. Gruppi di liceali, e uomini con la barba mal rasata, e donne strette in un paltò di panno scuro lungo fino ai piedi, come s’usava allora. Infine il campanone di Montecitorio suona a distesa nella piazza, mentre la facciata del vecchio palazzo s’accende di centinaia di luci come una luminaria. Luci e bagliori anche dentro l’aula, dove i fotografi fanno scattare le loro macchine al lampo di magnesio. Con 453 voti favorevoli e 62 contrari, è appena stata battezzata la Costituzione della nuova Repubblica italiana. Ecco, avrei voluto esserci, in quell’inverno romano. Anche se le cronache lo descrivono rigido, piovoso, spazzolato dalla tramontana. Anche se a quel tempo una tazzina di caffè era un lusso per pochi, e d’altronde tra il 1938 e il 1945 gli italiani avevano perso metà del proprio reddito. Anche se una casa su quattro era priva di cucina, una su due mancava dell’acqua corrente, tre su quattro non avevano neppure il bagno. Ma …