Il congresso che ci attende sarà l’occasione per rilanciare il progetto originario del Partito Democratico. Quella che ci apprestiamo a fare, dovrà essere una discussione serena ma franca, senza ipocrisie, sul partito, sulla sua organizzazione interna e sul suo rapporto con gli iscritti e gli elettori, ma soprattutto sulla nostra identità politica, sulla nostra idea d’Italia, sulle soluzioni che noi proponiamo per i problemi del Paese. Un Paese che sta vivendo una acutissima crisi economica, sociale, dell’etica pubblica.
Tutto, nel primo anno di Governo della destra – anche al netto della crisi – porta il segno meno: meno benessere, meno lavoro, meno opportunità, meno sicurezza, meno investimenti nel sapere, meno risorse per il welfare e gli enti locali. Tra settembre e ottobre la crisi economica morderà ancora più forte, molte piccole e medie imprese sono destinate a chiudere anche per mancanza di liquidità, il tasso di disoccupazione è destinato a salire, così come il debito pubblico, e l’ennesima manovrina anticrisi mostrerà la propria inefficacia, mentre a 120.000 lavoratori pubblici a tempo determinato scadrà il contratto di lavoro e almeno 40.000 precari della scuola, nella scuola non metteranno più piede. Licenziati, e si tratta prevalentemente di donne. In questo scenario difficile si svolgerà il nostro congresso, dal quale dovranno uscire le proposte del PD per il Paese. Riconquisteremo la fiducia degli italiani quanto più saremo credibili nelle proposte e uniti nell’avanzarle. Ecco la mia parola chiave: unità, unità, unità. La stessa che Dario Franceschini è riuscito a dare in questi mesi di segreteria, durante i quali abbiamo finalmente rialzato la testa dal nostro ombelico per guardare in faccia i problemi degli italiani e ci siamo rimessi a parlare come una voce sola di lavoro, di impresa, di costi della politica, di diritti, di povertà, di scuola e università, di sicurezza, di etica della politica. Il segretario in questo ci ha messo coraggio, orgoglio, determinazione e senso di responsabilità nell’assumere decisioni e da queste non derogare, come sulla laicità dello Stato e del partito, su cui da tempo ha pronunciato parole inequivocabili, o sulla collocazione del PD nell’Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici in Europa.
La guida del partito di Dario Franceschini ha consentito di affrontare una tornata elettorale difficilissima, che noi abbiamo perso, è vero e nessuno lo nega, ma il lavoro del segretario nazionale in questi mesi ha permesso di bloccare l’emorragia di consensi e ci consente ora di ripartire per riconquistare la fiducia degli italiani. Ascoltando l’intervento con il quale Dario Franceschini ha presentato, a Roma, la sua mozione congressuale
Questo è il PD del Segretario Dario Franceschini, questo è il PD che serve all’Italia, questo è il Pd che io sostengo perché è il naturale proseguimento della mia storia politica, delle nostre storie politiche, questo è il PD che guarda in faccia il futuro.
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