Mese: Luglio 2009

“«Chiediamo verità e giustizia». La rivolta degli sfollati”, di Claudia Fusani

È la sera che tutti avrebbero dovuto vivere. Per provare a capire. E a sentire, con i nervi e il cuore di questa gente. La stessa notte, tre mesi dopo però, ancora sfollato, ancora senza mezza certezza. Tranne questo film del G8, elicotteri sopra la testa, reparti speciali che ti puntano i mitra contro la macchina se appena ti avvicini alla zona rossa, il lusso della caserma di Coppito raccontato dai telegiornali della sera mentre 25 mila dormono su una branda. Il centro dell’Aquila, buio da tre mesi, si accende a mezzanotte tra domenica e lunedì, quattromila fiaccole, un fiume luminoso che comincia a scendere dal Castello preceduto da reparti in armi e schierati, un funerale sotto scorta, causa G8. Lo apre uno striscione nero sorretto da studenti e mamme e padri. C’è scritto: «Dopo il dolore la rabbia e la necessità di verità e giustizia per Marco Alviani, Luciana Capuano, Davide Centofanti, Angela Luciano, Francesco Esposito, Alessio Di Simone, Hussein Hamade (Michelone), Luca Lunari assassinati alla Casa dello Studente il 6 aprile 2009». Gli …

“Retribuzioni della scuola. Le più basse in assoluto tra i comparti pubblici”

Il conto annuale, pubblicato dalla Ragioneria Generale dello Stato, consente analisi e confronti molto interessanti, come, ad esempio, la comparazione della retribuzione media complessiva annuale del personale dei diversi comparti pubblici. Nell’ultimo conto annuale (2007), si può rilevare come la posizione occupata dalla scuola all’interno dei 19 comparti pubblici o settori pubblici sia quella dei conti annuali degli anni precedenti. Cioè, la peggiore. Rispetto alla posizione media annua tra tutti i comparti pubblici (31.594 euro di cui 24.706 di stipendio e 6.888 di indennità e accessori), il personale del comparto scuola (docenti e Ata) è sotto di 5 mila euro all’anno, perché la retribuzione media del personale del comparto scuola era nel 2007 era di 26.525 euro, di cui solo 3.115 per il salario accessorio. Peggio della scuola non c’è nessuno. Di poco al sopra, scorrendo dal basso la graduatoria dei comparti pubblici, ci sono i dipendenti delle Regioni e degli Enti locali (27.185), i ministeriali (27.997) e i VV.FF. (28.025). In cima alla graduatoria troviamo la magistratura, seguita dal personale della carriera prefettizia e …

“Organici, saltano altri 5 mila posti”, di Alessandra Ricciardi

La sorpresa è contenuta nelle tabelle allegate alla circolare sull’assegnazione del personale per il 2009. Si tratta della nota che a breve sarà inviata dal ministero dell’istruzione agli uffici periferici e con cui si danno indicazioni sul come adeguare l’organico di diritto alle esigenze non preventivate che le scuole si troveranno a fronteggiare con l’avvio del nuovo anno. Nelle tabelle, riepilogative della riduzione di personale da operare a livello territoriale, è rispuntato il taglio di 5 mila cattedre nell’organico di fatto, quel taglio di posti che i sindacati avevano ottenuto di non fare sulle dotazioni di diritto. Sperando così di congelarlo e di rinviarlo sine die. E invece la Gelmini non ha praticato sconti. Anche se in via «di organico di fatto», quei 5 mila meno ci sono tutti, fino a realizzare a pieno la manovrona da 42 mila posti preventivata dal decreto 112/2008 per l’anno scolastico 2009/2010. Una riduzione che avrà effetti soprattutto per il mantenimento dei piccoli plessi, quelli sottodimensionati, che ora rischiano concretamente di saltare. Se il pressing dei sindacati si rileverà …

“La Corte Costituzionale boccia «l’anti-precari». Per le Poste rischio crac”, di Giuseppe Vespo

Il governo ha decretato: Precari per sempre», titolava L’Unità il 27 luglio di un anno fa. Qualcuno nella confusione della manovra estiva aveva inserito una norma che venne subito ribattezzata la legge «anti-precari». Una sorta di sanatoria, per legare le mani ai giudici del Lavoro e – si pensò ai tempi – fare un favore a qualcuno. I magistrati, in sostanza, non avrebbero più potuto obbligare le aziende a riassumere – a tempo indeterminato – i lavoratori precari che ne avevano diritto. Tutti quei dipendenti, cioè, che avevano fatto causa al datore di lavoro per l’ingiustificato ricorso a contratti a tempo determinato. Al posto della stabilizzazione, dall’entrata in vigore della norma, i lavoratori avrebbero potuto ottenere un indennizzo. Nel corso di quest’anno sono stati diversi i Tribunali che hanno sollevato dubbi di legittimità costituzionale. I primi, nell’ottobre scorso, furono le Corti d’appello di Bari e di Genova. Il 23 giugno i giudici della Consulta – relatore l’avvocato Luigi Mazzella – hanno discusso e votato la norma anti-precari ed entro luglio renderanno pubblica la loro sentenza. …

“Crisi: la povertà nascosta”, di Paolo Andruccioli

Alessia ha 43 anni. È una operaia, vive a Torino. A trent’anni aveva acceso un mutuo per comprarsi la casa con il marito, operaio metalmeccanico. Il mutuo era alto, ma con due stipendi la vita era ancora possibile. Poi però il mutuo ha cominciato a galoppare e Alessia per stargli dietro si è dovuta rivolgere ad una finanziaria che le ha imposto un interesse al 15%. La vita si è complicata oltre ogni previsione, anche perché nel frattempo era arrivata la cassa integrazione. Alessia non ha avuto scelte. Un bel giorno ha convocato tutta la famiglia e ha chiesto un prestito di 38 mila euro per uscire dall’incubo. Paolo ha 45 anni. È un operaio di una piccola fabbrica del milanese. Ha avuto qualche problema di salute e ora è in cassa integrazione. Anche lui, per stare al passo con le spese si è dovuto rivolgere a una finanziaria che gli ha proposto la soluzione della cessione del quinto dello stipendio. Sembrava la scoperta dell’acqua calda, poi però tra commissioni e tasso al limite dell’usura, …

“La laurea è una cosa per donne”, di Richard Newbury

I ragazzi a scuola non vanno bene come le ragazze. Si sa. Quello che non si sa è che questo andazzo continua anche all’università». Lo scrive Bahram Bekhradnia, direttore dell’Higher Education Policy Institute di Oxford, che ha appena pubblicato un rapporto basato sui test di rendimento. «Qualcuno», osserva, «pensa che sia un fatto irrilevante. A una recente conferenza sull’impatto del femminismo sull’istruzione superiore, un accademico ha detto che gli scarsi risultati dei ragazzi “sono visti come una minaccia alla mascolinità. Sono un panico morale”». Io», dice Bekhradnia, «non sono d’accordo. Non serve liquidare la preoccupazione come “panico morale”. Dobbiamo adeguarci alla nuova realtà. Se non lo faremo, ci saranno serie conseguenze per tutti coloro che sono coinvolti e per l’intera società». In Gran Bretagna le donne hanno quasi raggiunto, con il 49,2%, l’obiettivo fissato dal governo del 50% di istruzione superiore, mentre i ragazzi languiscono al 37%. E tutte le statistiche mostrano come questo sia un fenomeno mondiale, con Gran Bretagna, Italia e Stati Uniti grosso modo allo stesso livello, mentre in Scandinavia, nei Paesi …