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Decreto sui criteri di valutazione ricercatori: una scelta anti-meritocratica da parte del MIUR. Disattese tutte le promesse di maggiore trasparenza nei concorsi

L’Associazione dei Precari della Ricerca Italiani esprime forte rammarico e contrarietà rispetto al testo definitivo del Decreto Ministeriale sui criteri di valutazione dei titoli e delle pubblicazioni per i concorsi da ricercatore, firmato il 28 Luglio 2009 dal Ministro Gelmini, con oltre 6 mesi di ritardo.

A dispetto degli annunci mediatici del “Pacchetto Università” del 24 Luglio, in cui venivano annunciati criteri di valutazione basati su i tanto auspicati principi di trasparenza e meritocrazia, rimaniamo sconcertati di fronte ad un Decreto Ministeriale che nulla cambia rispetto ai precedenti criteri di valutazione, quelli del DPR “Berlinguer”, che tanti danni hanno fatto nel nostro sistema universitario.

È sufficiente leggere il testo del Decreto per convincersi che le commissioni dei concorsi avranno una discrezionalità praticamente assoluta, sia relativamente al peso da dare ai titoli sia su come valutare le pubblicazioni. Inoltre, l’assenza di punteggi numerici o di altri accorgimenti (che pure avevamo puntualmente segnalato al Ministero) toglie alle procedure concorsuali la benché minima trasparenza.

In particolare lascia interdetti la discrepanza tra il comunicato stampa del MIUR del 24 Luglio ed il contenuto del Decreto Ministeriale. Infatti scrive l’Ufficio Stampa del MIUR: “nel DM si segnala come indicazione che ogni titolo scientifico sarà valutato separatamente e specificamente, per evitare giudizi sommari e approssimativi”. Rimarchiamo con forza che nulla di tutto ciò è previsto nel Decreto Ministeriale firmato ieri dal Ministro Gelmini ed i concorsi da ricercatore continueranno a svolgersi con quei “giudizi sommari” che il Ministro a parole dice di voler eliminare! Ci chiediamo allora: il testo del Decreto è stato cambiato prima della firma definitiva del Ministro, e per quale motivo? oppure siamo di fronte solamente ad una operazione di immagine?

Rileviamo ancora che la maggior parte dei (pochi) bandi di concorso a posti da ricercatore banditi nelle ultime settimane continua a prevedere un limite massimo (solitamente molto basso) al numero di pubblicazioni che i candidati possono presentare, fatto incredibile visto che ora le pubblicazioni sono il “cuore” dei nuovi concorsi da ricercatore (non essendoci più le prove d’esame). Si conferma il chiaro intento di molti atenei di “tagliare le gambe” ai candidati più meritevoli, quelli con la maggiore produttività scientifica. A conferma di ciò, anche la presenza nei bandi di presunte “prove orali” in modo da poter attribuire all’illustrazione dei titoli un peso arbitrariamente alto nella valutazione. Con buona pace della meritocrazia!
Tutto questo è illegittimo oltre che ingiusto. E chiediamo con forza al MIUR di intervenire urgentemente a riguardo.

Associazione dei Precari della Ricerca Italiani, 29 Luglio 2009

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