L’Italia è il paese in Europa che investe meno in università e dove i professori devono seguire il maggior numero di studenti. Siamo culturalmente ai margini dell’Unione: come risponde il governo? Con altri tagli.Partiamo da tre dati oggetti forniti dal Dipartimento Educazione e Cultura della Commissione Europea per parlare dell’università, la principale risorsa che un paese ha nell’era della conoscenza e che, in Italia, la maggioranza di governo intende riformare: la spesa universitaria relativa al Pil e per studente. Primo dato: il nostro paese investe ogni anno nell’università lo 0,90% della ricchezza che produce (Pil). La media dei 27 paesi dell’Unione è di 1,18%. La Germania investe l’1,13%, la Francia l’1,35%, la Gran Bretagna l’1,14%, la Spagna l’1,19%. Tra i più virtuosi: la Svezia investe l’1,73%; la Finlandia l’1,75%. In Europa non c’è un solo paese che investa meno dell’Italia, eccezion fatta per la Grecia (dove tuttavia gli investimenti sono in crescita). Secondo dato: il nostro paese spende per ogni studente universitario 7.127 euro l’anno. La media dell’Unione è di 7.898 euro. La Germania investe …