“Sono ormai mesi che il Partito democratico segnala con urgenza la necessità che le banche riprendano al più presto a fare credito alle imprese, soprattutto al sistema delle piccole e medie imprese”. Così Dario Franceschini, segretario del Pd, intervenuto con una nota per ribadire quanto detto questa mattina dal presidente della Consob, Lamberto Cardia.
“L’emergenza segnalata oggi anche dal presidente della Consob – ha continuato Franceschini – conferma quanto già detto più e più volte dal Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi e il grido d’allarme che ci arriva quotidianamente da tanti piccoli e medi imprenditori che hanno bisogno di credito per non rischiare la chiusura delle proprie aziende. In questo quadro, è tempo però che anche il governo si svegli, guardi la realtà e faccia finalmente la sua parte. Il Partito democratico ha presentato di nuovo oggi emendamenti specifici per rafforzare il credito alle imprese e per sbloccare davvero il pagamento dei crediti che le imprese hanno nei confronti della pubblica amministrazione”.
“Anche su quest’ultimo essenziale punto per la vita delle imprese – ha concluso il segretario del Pd -, il governo continua a latitare limitandosi a provvedimenti del tutto inefficaci. Il Pd è sempre stato disponibile a lavorare per il bene del Paese e continua e continuerà a presentare proposte concrete per sostenere il sistema delle piccole e medie imprese.
Nel suo discorso al mercato in occasione dell’assemblea annuale della Consob, Lamberto Cardia aveva annunciato che dallo “scorso giugno sono stati avviati accertamenti ispettivi nei confronti di cinque grandi gruppi bancari, finalizzati alla verifica delle concrete modalità di attuazione dei principi di correttezza comportamentale” nei confronti della la clientela.
Esiste un chiaro rischio di asfissia finanziaria per le Pmi – piccole e medie imprese -.”Le prospettive restano oggi caratterizzate da profonda incertezza i soggetti più deboli, sia nel mondo delle imprese che tra gli investitori, sono esposti a rischi maggiori. Gran parte delle imprese medio-piccole trova difficoltà e potrebbe correre rischi di asfissia finanziaria. Si sta interrompendo un processo di ristrutturazione industriale del settore che negli anni scorsi aveva cominciato a produrre risultati incoraggianti in termini di produttività e competitività internazionale”.
“Nei confronti delle grandi banche abbiamo – ha dichiarato Cardia – riscontrato una generalizzata lentezza nel passaggio ad un’ottica imprenditoriale che ponga realmente al centro delle strategie aziendali il servizio al cliente. Senza trasparenza e correttezza non c’è fiducia e senza fiducia non c’è stabilità”.
Dai dati presentati dalla Consob emerge sempre di più l’accentuarsi dell’arroccamento dei risparmiatori italiani che, preoccupati e impauriti dalla crisi, hanno aumentato notevolmente la prudenza negli investimenti economici.A fine 2008 circa il 62% della ricchezza finanziaria delle famiglie italiane risultava investita in depositi e titoli di stato, contro una quota del 51% a fine 2007. “L’11% della ricchezza finanziaria complessiva delle famiglie – si legge nella relazione – si è dunque spostata dai prodotti e strumenti più rischiosi ai depositi (che ne assorbono il 44% contro il 38% del 2007) e titoli di stato (18% contro il 13%)”.
“Dopo le parole di Cardia non ci sono più alibi per il governo e per la stessa banca centrale. E’ finito il tempo degli auspici e dell’ottimismo millantato. Gli accertamenti ispettivi, indicati da Cardia nella relazione di oggi, verso cinque grandi gruppi bancari sui principi di correttezza comportamentale nei riguardi della clientela, sono la prova delle responsabilità di chi è stato a guardare in questi mesi di asfissia finanziaria”. Lo ha dichiarato il deputato Pd della commissione Bilancio, Francesco Boccia.
“Il tempo delle parole è finito. Chiediamo al governo – ha concluso Boccia – di mettere le poche risorse disponibili sull’aumento del credito garantito alle piccole e medie imprese, utilizzando anche le risorse della Cdp e alla Banca d’Italia chiediamo una volta per tutte di introdurre meccanismi sanzionatori per le quelle banche che secondo Cardia avrebbero evidenti responsabilità di asfissia finanziaria”.
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“Il decreto ‘anticrisi’ non contiene elementi sufficienti ad affrontare la gravità della situazione. Il nostro giudizio è quindi fortemente critico e per questo abbiamo presentato alla Camera le nostre proposte per correggerlo e migliorarlo”. Lo hanno affermato i capigruppo del Pd nelle commissioni Bilancio e Finanze, Pierpaolo Baretta e Alberto Fluvi.
“I nostri emendamenti si concentrano su 3 principali temi:
1. credito d’imposta per gli investimenti. Proponiamo di allargare i beni oggetto di beneficio, previsti dalle norme sulla detassazione degli utili reinvestiti, ad altri tipi di investimenti compresi gli strumenti per il risparmio energetico e a quelli legati all’innovazione. Lo strumento da usare è secondo noi quello del credito di imposta. Soluzione che ha anche il vantaggio di essere sfruttabile già per il 2009 e non dal 2010 come nella proposta di governo. Infine, proponiamo che la norma non sia diretta solo al reddito da impresa ma a tutto il lavoro autonomo.
2. accelerazione dei pagamenti della pubblica amministrazione. Per i crediti relativi al periodo fino al 31 dicembre 2008, proponiamo di estendere alle Regioni e agli Enti locali la possibilità di pagare il 30 per cento dei debiti in deroga al patto di stabilità interno. E’ sbagliato, infatti, limitare le misure alla sola amministrazione dello Stato. Proponiamo inoltre di dare ai fornitori, da parte della stessa PA, la certificazione del credito. Certificazione utile a ottenere liquidità con la cessione del credito attraverso le banche o la Cdp (in convenzione con il ministero dell’Economia). Per il futuro, proponiamo di semplificare norme che, così come sono, rischiano di paralizzare ancora più gravemente la situazione.
3. favorire il credito delle banche alle imprese. Proponiamo un fondo presso la gestione separata della Cdp di 4 miliardi per il 2009-2010 destinato alla prestazione di garanzie alle banche su finanziamenti a medio e lungo termine, anche garantiti dai confidi, concessi dalle banche alla Pmi, per favorire le operazioni di consolidamento a medio termine dei debiti a breve e la sospensione dei pagamenti per i prestiti già concessi”.
“E’ comunque difficile – hanno concluso Baretta e Fluvi – avviare il confronto in commissione se il governo confermerà le notizie sulle modalità dello scudo fiscale e quando addirittura il presidente della Camera, quindi fonte più che autorevole, spiega che sul provvedimento verrà messa con tutta probabilità la fiducia”.
A.Dra da www.partitodemocratico.it