Per sbrogliare la questione del docente unico ci voleva l’autorevole parere della Corte di Conti. La quale nei giorni scorsi ha detto che le scuole primarie non sarebbero obbligate a istituirlo con modalità rigide e senza via d’uscita. Attraverso la deliberazione n. 12, con cui è stato apposto il visto di registrazione al Regolamento sul 1° ciclo, i magistrati contabili hanno infatti spiegato che nella stessa legge n. 169 del 30 ottobre 2008 “il modello del docente unico viene sì indicato come modello da privilegiare nell’ambito delle possibili articolazioni del tempo-scuola, ma pur sempre ‘tenuto conto della richiesta delle famiglie e nel rispetto dell’autonomia scolastica’”. Esaminata la legislazione scolastica in vigore, la conclusione, sempre secondo la Corte dei Conti, è che “i criteri indicati dal comma 4 dell’art. 64 non avrebbero carattere prescrittivo e tassativo. Detti criteri, per la loro valenza generale, hanno invece ambiti di applicazione estesi e flessibili”.Insomma, le esigenze specifiche dei genitori e degli organi collegiali avrebbero il sopravvento sull’adozione del modello d’insegnamento fortemente voluto dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. L’ultima parola, è invece il caso di dire, spetta a loro, ai responsabili dell’educazione dei ragazzi, quindi a famiglie e docenti, e non ai calcoli ragionieristici realizzati nei palazzi ministeriali. Il parere dei magistrati che si occupano di bilancio statale sarebbe già stato preso in considerazione dal dirigenti del Miur: le indicazioni che sembra giungeranno agli istituti primari saranno infatti quelli di attuare, già dal prossimo 1° settembre, un modello d’insegnamento flessibile. Saranno i singoli istituti a decidere se insistere sul maestro unico o se affiancargli altri docenti, seppure per un numero residuale di ore: tutto dipenderà dalle specifiche esigenze formative. Ma anche dal tipo di classe, dal numero di alunni iscritti, dalla presenza di casi difficili, di eventuali disabili. E, non ultimo, dal contesto sociale. Una soluzione, del resto, che si sposa benissimo con il regolamento sull’autonomia scolastica.Tra le organizzazioni di settore più interessate al parere dell’organo di controllo spicca la Flc-Cgi: il sindacato, nell’esprime la sua soddisfazione ha sottolineato come anche prima della sua emissione era già evidente che “il maestro unico non è un obbligo. Per due ragioni: la scuola – hanno fatto sapere da via Leopoldo Serra – è autonoma in forza della legge Costituzionale 3/2001, la scuola organizza le risorse che le vengono assegnate, anche quelle professionali, come meglio crede, in forza dell’articolo 5 commi 1 e 4 del Dpr 275/99 che reca il Regolamento dell’autonomia scolastica. Non avevamo dubbi e lo abbiamo detto sin dall’inizio. Ora ci pare – concludono dalla Flc-Cgil – che non li può avere più nessuno”.
Il sindacato di Pantaleo ha comunque confermato la volontà di impugnare l’intero Regolamento sul 1° ciclo, ormai prossimo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale: quella del docente unico è infatti solo una delle questioni riguardanti le tante novità introdotte da questo Governo sulla scuola primaria su cui la Flc-Cgil non si è trovata d’accordo.
Tecnica della scuola, 13 luglio 2009