Pronta la bozza Maroni-Sacconi. Devono essere dipendenti almeno da aprile 2009. Ogni famiglia potrà regolarizzare una colf e due badanti, clandestine, comunitarie o italiane, a patto che dimostri di averle alle proprie dipendenze almeno dal 30 marzo 2009. La denuncia dell’esistenza del rapporto di lavoro “sommerso” potrà essere fatta dal 1 al 30 settembre. Per il lavoro domestico, basterà una autocertificazione, per quello di assistenza, bisognerà produrre i certificati medici che dimostrino le patologie o gli handicap di cui soffrono i familiari.
Sono, questi, i punti fondamentali della “bozza” preparata dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, e da quello dell’Interno, Roberto Maroni, per risolvere il caso dell’oltre mezzo milione di persone, quasi tutte clandestine, che lavora in nero nelle famiglie italiane. Chi dichiara di avere un “abusivo” da tre mesi pagherà un contributo forfettario di 500 euro per ogni lavoratore. Coloro che si avvalgono di un assistente domestico in nero e irregolare da più di tre mesi, dovranno pagare i contributi previdenziali arretrati con gli interessi, ma non le multe e le sanzioni.
La bozza Welfare – Interno, più che una sanatoria, ha le caratteristiche di un condono tributario e nello stesso tempo anche penale. Oltre a forfettizzare i contributi evasi, infatti, la richiesta di regolarizzazione avrà l’effetto di sospendere – in caso di datore di lavoro italiano e lavoratore straniero irregolare – i procedimenti penali e amministrativi relativi sia all’ingresso clandestino in Italia di colf e badanti, sia allo sfruttamento del loro lavoro. Per tutto il periodo di svolgimento della pratica, lo straniero non potrà esser espulso nel suo Paese. Se, però, la domanda non sarà presentata, i procedimenti riprenderanno dopo il 30 settembre.
Analoghi benefici sono estesi anche ai datori di lavoro extracomunitari (purché in Italia da almeno 5 anni e a patto che non siano colpiti da precedenti provvedimenti di espulsione). Per loro, si parla addirittura di estinzione dei reati e degli illeciti amministrativi dovuti all’ingresso illegale e allo sfruttamento del lavoro. Nonostante la bozza di regolarizzazione, continuano le polemiche politiche. A chi, come il presidente del senatori dell’Udc, Gianpiero D’Alia, invoca «una regolarizzazione di tutti i lavoratori in nero, altrimenti la norma pro-badanti sarebbe incostituzionale», replica il ministro del Lavoro. «Non era possibile – ribatte Sacconi – e non è possibile, pensare a una regolarizzazione generalizzata per tutti i lavoratori clandestini, perché il nostro mercato del lavoro non sarebbe in grado di recepire altri flussi di lavoratori immigrati in questo momento». «Il provvedimento – aggiunge – ha lo scopo di promuovere l’emersione dei rapporti di lavoro che hanno un contenuto di cura con particolare riguardo alla non autosufficienza e in generale alla famiglia».
Non tutti, tuttavia, sono d’accordo con il ministro del Welfare. Sindacato e associazioni sono perplessi. Piero Soldini, responsabile immigrazione della Cgil, annuncia un ricorso. «Il punto debole del provvedimento – dice – è che riguarda solo il lavoro domestico: ciò configura una discriminazione che potrebbe essere impugnata in sede europea».
«Sanare solo colf e badanti non solo è ipocrita, ma anche dannoso – ribadisce l’avvocato Marco Paggi, responsabile dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione – si finirà infatti per dar vita a rapporti di lavoro fittizi. Sarà possibile spacciare per colf ogni lavoratore: dai muratori ai camerieri. I controlli saranno difficili. Meglio allora sarebbe stata una regolarizzazione modello 2002».
La Repubblica 12.07.09