partito democratico

Le parole del prossimo congresso PD: Laicità

La «mozione» Franceschini
«Il partito ha imparato a far sintesi anche su questo»
Intervista a Giorgio Tonini

La laicità è un patrimonio di tutto il Pd, uno dei punti chiave del nostro manifesto dei valori, sarebbe sbagliato farne una bandiera di una parte», spiega Giorgio Tonini, senatore, tra i principali consiglieri di Veltroni e ora con Franceschini.

La vostra mozione come si connoterà su questo tema?
«L’idea di una distinzione chiara e netta tra ciò che è della politica e ciò che è della religione».

Sempre più spesso però questa distinzione, in Italia,viene meno. Cosa deve fare il Pd?
«Essere un partito forte e plurale che può parlare con tutti, comprese le Chiese, e poi decidere in autonomia. L’idea stessa del Pd è un passo avanti: un partito che contiene posizioni diverse che si abituano a confrontarsi e a produrre sintesi impegnative per tutti. Un esempio: sulla fecondazione assistita Ds e Dl votarono divisi, sul testamento biologico il gruppo Pd in Senato è stato compatto, con solo 4 voti in dissenso».

Pensa che la vostra mozione appaia come quella meno laica?
«Se per laica si intende polemica verso il mondo cattolico allora è vero. Ma Franceschini ha avuto parole chiarissime sulla laicità, gli “esami” li ha già superati tutti con profitto».

Su coppie di fatto e matrimoni gay che proposte farete?
«La mia posizione è quella di Obama: il matrimonio come unione di due persone di sesso diverso è un valore fondante,ma vanno tutelate anche le convivenze, in particolare per quanto riguarda i diritti di assistenza in caso di malattia».

E i matrimoni gay?
«Neppure i Ds li hanno mai proposti, tantomeno le adozioni. Bisogna tornare all’impianto dei Dico».

Oltre non si può andare?
«Lo dice la Costituzione, non solo la Chiesa. Matrimonio e convivenza sono due cose diverse».

Il sostegno a Franceschini dei teodem vi farà perdere voti “laici”?
«Immagino un Pd con il gusto di incontrarsi tra persone diverse. I teodem sono una ricchezza, non mi piace quanto sento dire che bisogna mandare via qualcuno».

Come valuta Marino candidato?
«Lui ha un giudizio negativo della nostra battaglia sul testamento biologico in Senato…».

Teme che possa radicalizzare lo scontro?
«Non credo, lo stimo, è una persona che crede nel Pd e sa che costruendo tifoserie sui temi etici faremmo male al Pd senza trovare soluzioni all’altezza dei problemi».
Andrea Carugati
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La «mozione» Bersani
«Per noi è valore fondante. Il congresso dica cose nette»
Intervista a Barbara Pollastrini

È il principio che deve ispirare la cultura, le scelte, l’intera visione politica di un partito che si chiama democratico. Democrazia e laicità non possono esistere l’una senza l’altra. E il congresso di ottobre è un’occasione straordinaria per riaffermarlo».
Il valore della laicità, che ritiene «decisivo», ha ispirato tanta parte della pratica politica della deputata Pd Barbara Pollastrini.
«Battaglie che sapevamo difficili», dice, «come quella sulla fecondazione assistita, o per i Dico, ma che volevamo fare: nessuna “ragion di stato” è sufficiente per venir meno».

Ritrova queste sue stesse convinzioni in Bersani?
«Nessuno ha l’esclusiva della laicità. Ma certo Bersani, nelle sue parole all’Ambra Jovinelli, l’ha collocata come una bussola per interpretare il mondo. Non è importante quante volte la nomini, è importante che la ritenga essenziale, declinata in tutti i temi della pratica politica».

Quali temi?
«Innanzitutto è il faro in un mondo attraversato dai fondamentalismi. Poi, attiene ai diritti e doveri delle persone. Una visione laica implica il riconoscimento delle persone nella loro libertà e responsabilità, ed è la leva di un nuovo civismo. È la base dell’idea di progresso da rendere maggioritario e popolare nel paese. Pensiamo ad un tema quale la migrazione: solo uno sguardo laico tiene insieme i due aspetti, solidaristico e legalitario, come ritengo indispensabile fare. Pensiamo al corpo delle donne: la stessa idea di rispetto nasce da una visione laica, tanto più negli scontri che attraversano il mondo. Obama, Lula, Zapatero, si ispirano alla laicità per praticare nuove teorie sociali di uguaglianza che da noi, invece, faticano a prendere terreno. C’è il tema dell’avanzare della scienza, importantissimo anch’esso. Ecco perché con altri ho ridepositato la proposta di legge sul testamento biologico, simile a quella dei senatori Marino e Veronesi».

Per il Pd punto cruciale e assai sensibile: la richiesta è forte, l’offerta vacilla.
«Finora non ha avuto l’impatto che avrebbe dovuto avere. È mancata la consapevolezza delle sue attualità e modernità. Il congresso è l’occasione perché si affermi come valore fondante, irrinunciabile per costruire un partito con lo sguardo al futuro».

La domanda di molti è: in un Pd laico, che ci fanno i teocon, Binetti in testa?
«Sta a lei rispondere, lo dico con rispetto. Io credo di essere dalla parte della maggioranza dei nostri sostenitori».
Laura Matteucci
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La «mozione» Marino
«Finora è stata la battaglia di una sola minoranza»
Intervista a Stefano Rodotà

Il Pd sulla laicità deve chiarirsi le idee, fin qui è stata la battaglia di una minoranza, che Marino ha condotto anche quando è stato messo da parte dal suo stesso partito», spiega il costituzionalista Stefano Rodotà, convinto che la candidatura di Marino possa far bene: «È nuova in senso serio, viene da una esperienza politica importante, è tutta di contenuti e non di schieramento». La sua però è una «valutazione esterna», spiega: «Interverrò, seguirò,ma non prenderò la tessera del Pd».

Non la convince la posizione degli altri candidati sui temi della laicità?
«La critica che ho rivolto è molto netta: su queste cose su cui è necessaria chiarezza le persone che come Marino hanno preso posizione sono molto poche. Adesso vedo che c’è un ritorno del tema laicità. E penso che questa sia una cosa buona, ma è il risultato di una battaglia che è stata patrimonio di una minoranza nel Pd come nel paese. Se la laicità è entrata nell’agenda del Pd non è per i vecchi dirigenti che adesso ne prendono atto ma per i pochissimi che hanno portato avanti quelle istanze in parlamento. E Marino lo ha fatto anche quando è stato messo da parte dal suo stesso partito, che nel fuoco della battaglia lo ha sostituito in commissione».

Dorina Bianchi, che ha preso il suo posto, nega un problema laicità.
«Hanno paura anche delle parole. Ma in un sistema democratico ci sono valori non negoziabili che vanno difesi,come il diritto all’autodeterminazione della persona. E lasciamo perdere i giochi di parole. Anche la libertà di coscienza non è dei parlamentari ma dei cittadini. Un partito deve dire se queste sono materie che vanno affidate alla legge dello Stato o se la legge deve tutelare la libertà di scelta secondo coscienza delle persone, che deve essere aiutata. Questa è la prima decisione da prendere. Marino, per esempio aveva proposto investimenti sulle terapie del dolore e sugli hospice. Cose concrete che una consentono alle persone di decidere».

C’è chi dice che un candidato «monotematico » non è adatto a guidare un partito.
«Ma la laicità è un modo di leggere la Costituzione ed è una delle componenti della logica costituzionale. Significa: rispetto delle regole democratiche, dialogo, tolleranza nei confronti degli altri fuori da ogni fondamentalismo, rispetto dei diritti fondamentali che si tratti delle materie che riguardano la vita, la sicurezza, l’immigrazione».
Mariagrazia Gerina

L’Unità, 8 luglio 2009