“Intercettazioni Alfano costretto ad ammettere: si può cambiare”, di Susanna Turco
«Noi parlamentari non siamo qui a votare a scatola chiusa». Il ddl intercettazioni non era ancora approdato nella sua Aula, quando Filippo Berselli, ex An, da presidente della commissione Giustizia al Senato sollevava in privato prima e in una intervista poi un problemino. «Se i ddl sulla giustizia li vediamo solo a cose fatte, è ovvio nascano ritardi e incomprensioni», spiegava: «Serve un confronto prima, anziché poi annaspare, come sulle intercettazioni». La lamentela per il decisionismo del Guardasigilli arrivava giusto dopo che in una riunione riservata, con i leghisti Maroni e Cota, gli ex an La Russa e Bongiorno, oltreché l’onnipresente Ghedini, il ministro Alfano aveva spiegato: «Il testo intercettazioni è questo qui». Naturalmente, adesso che il capo dello Stato Napolitano ha convocato (venerdì) il Guardasigilli per fargli presenti le sue «perplessità» – a lungo meditate, molto simili a quelle già sollevate da ex aennini e leghisti di primo piano, e già in passato fatte trapelare a chi di dovere attraverso Gianni Letta – sul disegno di legge che lega le mani ai magistrati e …